I pirati nel mar Egeo - versione greco Tucidide

I pirati nel mar Egeo versione greco Tucidide e traduzione

καὶ οὐχ ἧσσον λῃσταὶ ἦσαν οἱ νησιῶται, Κᾶρές τε ὄντες καὶ Φοίνικες· οὗτοι γὰρ δὴ τὰς πλείστας τῶν νήσων ᾤκησαν....

Particolarmente dediti alla pirateria erano gli isolani, vale a dire Cari e Fenici. Costoro possedevano la maggior parte delle isole.

Eccone la prova: quando Delo fu sottoposta dagli Ateniesi, nel corso di questa guerra, alla purificazione rituale e furono asportate le tombe di quanti erano deceduti sull'isola, apparve chiaro che per più della metà si trattava di Cari. Si riconobbero dalla fattura delle armi sepolte con i cadaveri e dal sistema di inumazione, in vigore ancor oggi. Affermatasi la forza navale di Minosse, i rapporti per mare si infittirono: i pirati delle isole ne furono espulsi, mentre egli veniva colonizzandone la maggior parte.

Gli abitatori delle regioni litoranee, già più decisi ad accrescere i loro capitali, sempre più consolidavano le proprie sedi:

alcuni poi, accortisi di diventar via via più facoltosi, si cingevano di mura. Per desiderio di lucro i più deboli si assoggettavano al servizio dei più forti, mentre i più potenti, ricchi a profusione, si annettevano le città minori

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