Pericle si rivolge agli Ateniesi sbigottiti dagli insuccessi della guerra - Tucidide Storie II 60 versione greco

Pericle si rivolge agli Ateniesi sbigottiti
dagli insuccessi della guerra
VERSIONE DI GRECO di Tucidide
Traduzione dal libro Storie la guerra del Peloponneso II 60

'Καὶ προσδεχομένῳ μοι τὰ τῆς ὀργῆς ὑμῶν ἔς με γεγένηται (αἰσθάνομαι γὰρ τὰς αἰτίας) καὶ ἐκκλησίαν τούτου ἕνεκα ξυνήγαγον, ὅπως ὑπομνήσω καὶ μέμψωμαι εἴ τι μὴ ὀρθῶς ἢ ἐμοὶ χαλεπαίνετε ἢ ταῖς ξυμφοραῖς εἴκετε....

TRADUZIONE

"Prevedevo il vostro risentimento che non mi ha colto improvviso, poiché ne avverto in trasparenza le ragioni.

Perciò ho ora deciso di convocarvi in assemblea, per ravvivarvi la memoria e correggervi, se qualche irragionevole ombra appanna il vostro atteggiamento, inquieto e tetro nei miei confronti e troppo passivo contro le avversità di quest'ora. È mia opinione che il profitto del singolo cittadino, quando l'organismo dello stato è sorretto da una mano ferma e regolare, sia più prospero che quando l'utile pubblico, fiorente per le individuali e private sostanze, soggiace in realtà nel suo complesso a squilibri e tracolli. Se un cittadino vola alto sulle ali della sua personale fortuna ma la sua patria langue in decadenza, il suo volo avrà breve respiro: se al contrario la sua condizione è vile e la salute dello stato robusta godrà di più cospicue facoltà d'elevarsi. Poiché lo stato dispone di forze sufficienti per sanare i dissesti a livello famigliare, ma ciascuno, nella propria individualità, rovinerebbe sotto il crollo della compagine cittadina, splende chiaro il dovere di collaborare concordi alla sua difesa e di convertire radicalmente il vostro comportamento:

sbigottiti dalle miserie domestiche trascurate d'operare per la pubblica salvezza, scagliando accuse contro di me che vi ho incitato ad entrare in guerra e contro voi stessi che maturaste con me quella risoluzione. E il vostro sdegno si riversa su di me, un uomo un cittadino che ha coscienza di non essere a nessuno inferiore nell'individuare i provvedimenti che urgono e nell'esplicarli alla comprensione del pubblico, caldo d'amore per la sua città, invincibile alla seduzione dell'oro. Poiché colui che possiede doti intuitive, ma non è in grado di spiegare con chiarezza i suoi scopi, politicamente è sullo stesso piano di chi non dispone di quelle facoltà.

Chi è adorno di entrambi i pregi, ma ha mente ostile allo stato, non potrebbe egualmente esprimere ragionevoli ed utili proposte. Se è sensibile agli interessi comuni, ma indulge all'incanto dell'oro, farebbe mercato di tutto, senza distinguere, per placare questa febbre esclusiva. Ora, se vi lasciaste attrarre dal mio consiglio di sostenere la guerra, convinti di scorgere in me, riguardo a queste doti, una superiorità seppure modesta sugli altri, non mi pare ora coerente che io subisca, da parte vostra, il carico di queste accuse, come se vi avessi trattato iniquamente.

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