Il temporale malefico e la malefica fama - VERSIONE Virgilio

Nel frattempo il cielo comincia ad essere agitato da un grande fragore;
subito seguono nubi miste a grandine:
e i Tirii compagni e i giovani Troiani
e il discendente di Dardano per la paura cercavano
rifugi diversi fra i campi; i torrenti precipitano dai monti.
Didone e il capo troiano giungono insieme
nella medesima grotta. Dapprima sia la Madre Terra sia la pronuba Giunone
danno un segno; i fuochi brillarono e il cielo testimonio
alle nozze e le Ninfe sulle vette le accompagnarono con il loro ululato.
Quel giorno fu il principio della morte e il principio di tutti i mali;
Didone non si cura delle apparenze né della fama
né d’altra parte pensa ad una amore che resti clandestino;
lo chiama matrimonio, con questo nome vela la colpa.
Subito la Fama va per le più grandi città della Libia,
la Fama, rispetto alla quale nessun altro male è più veloce:
con il movimento acquista vigore e trova le forze con l’andare;
piccola dapprima per il timore, in seguito si innalza nell’aria
e cammina sulla terra e nasconde la testa fra le nubi.
La Terra Madre, incitata dall’ira verso gli dei,
la generò, come dicono, ultima sorella di Ceo e di Encelado
veloce di passi e infaticabile d’ali,
mostro orrendo, immane, che quante piume ha sul corpo,
sotto ha altrettanti occhi vigili (incredibile a dirsi),
tante lingue, altrettante bocche risuonano, e drizza le orecchie.
Di notte vola tra il cielo e la terra nell’ombra
Stridendo e non chiude gli occhi al dolce sonno;
di giorno siede spiando sul culmine di un tetto,
o su alte torri, e continua a spaventare grandi città,
tenace messaggera tanto del falso e del malvagio quanto del vero.
Allora esultante riempiva le genti di molteplici dicerie
e annunziava ugualmente il vero e il falso:
era giunto Enea nato da sangue troiano,
a cui la bella Didone non disdegnava di unirsi;
ora passavano tutto l’inverno, quanto era lungo,
fra le mollezze, immemori dei loro regni e rapiti da una turpe passione.
Questo la malvagia dea spargeva sulla bocca degli uomini.
Subito rivolge il cammino verso il re Iarba
e con le parole gli accende l’animo e ne aumenta l’ira.

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