Successive reincarnazioni di Pitagora - Diogene Laerzio versione greco
Successive reincarnazioni di Pitagora
VERSIONE DI GRECO di Diogene Laerzio
TRADUZIONE dal libro Triakonta versione n 5 pag 172
Πυθαγοραν φησιν Ἡρακλείδης ὁ Ποντικὸς περὶ αὑτοῦ τάδε λέγειν, ὡς εἴη ποτὲ γεγονὼς Αἰθαλίδης καὶ Ἑρμοῦ υἱὸς νομισθείη: τὸν δὲ Ἑρμῆν εἰπεῖν αὐτῷ ἑλέσθαι ὅ τι ἂν βούληται πλὴν ἀθανασίας....
Eraclide Pontico riferisce che Pitagora diceva di se stesso di essere stato in passato Etalide e di essere stato creduto figlio di Ermes; il dio gli avrebbe detto di scegliersi il privilegio che desiderava, a esclusione dell'immortalità, e lui gli avrebbe chiesto di conservare, sia da vivo sia da morto, il ricordo di quanto accadeva.
Alla morte di Euforbo - diceva -la sua anima era trasmigrata in Ermotimo e quest'ultimo, desideroso di dare prova della cosa, si recò a Branchide e entrò nel tempio di Apollo, dove indicò lo scudo dedicato da Menelao, ormai imputridito, di cui rimaneva soltanto la superficie d'avorio (in effetti - diceva - Menelao aveva consacrato lo scudo ad Apollo al suo ritorno da Troia).
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