da tutor geppetto » 22 gen 2020, 11:32
Mentre Ilio era assediata dai Greci, il sacerdote Crise arrivò nell’accampamento e chiese la restituzione di Criseide, sua figlia, che era prigioniera di Agamennone; ma il superbo condottiero si opponeva (rĕnŭo, is, nŭi, ĕre). Allora il Dio Apollo, adirato, affliggeva (adfĭcĭo (affĭcĭo), is, fēci, fectum, ĕre) i Greci con una pestilenza. Successivamente Agamennone lasciava libera la ragazza, ma pretese da Achille l’ancella Briseide. Dopo che l’uomo adirato (Achille) aveva disertato la guerra contro i Troiani, I Greci attaccarono (committo, is, mīsi, missum, ĕre) battaglia; i Troiani, in un primo momento vengono battuti, poi costringono i Greci a ritirarsi nell’accampamento. Nel frattempo Ulisse e Diomede assalivano l’accampamento dei nemici, uccidevano molti soldati e rientravano fra i loro. Il giorno successivo l’orribile battaglia prosegue: i Troiani mettono in fuga i Greci. Achille gode della vittoria troiana, ma Patroclo lo supplica così: «Achille, illuste figlio di Peleo, i Greci sono in grande pericolo; permettimi (« induēre = induēris) di indossare le tue armi e sconfiggere i Troiani». Ettore incita i suoi ed incendia delle navi, tuttavia i Troiani credono che Patroclo sia Achille ed hanno paura; l’animoso eroe, del quale Ettore vuole indossare le armi, viene ucciso. Achille, pieno di ira, ritorna in battaglia: molti Troiani vengono uccisi dall’eroe. Il re Priamo va nell’accampamento dei Greci e riesce ad avere il corpo del figlio che Achille aveva trascinato lungo l’accampamento. Si finisce con le esequie troiane (forse iliis e non ilias come nel testo) di Ettore.