Membranam, cathedra, capsam pueris, libros magister... in clara aula est, longam togam induit

Il maestro si trova in un’ aula luminosa, indossa una lunga toga e siede in cattedra. E’ serio, perché spesso per eccessiva benevolenza arreca danno ai discepoli. Talvolta regala libri agli alunni e racconta delle favole. A Tullio piace il racconto sul ratto delle Sabine. Gli allievi hanno la pergamena e sembrano attenti. In seguito il maestro interroga Claudio, amico di Tullio: «Elenca le isole d’Italia!». E Claudio dice: «La Sicilia, la Sardegna, l’Elba, Ischia, Capri sono le belle isole d’Italia». Poi il maestro racconta della seconda guerra punica, del coraggio dei Romani, degli accampamenti presso il mare, del campo nei deserti, degli aiuti da Roma e della vittoria dopo dure battaglie. Ora gli allievi giocano in giardino, mangiano mele. Ritornano nella scuola e fanno dei conti e scrivono con la penna. La scuola ha termine e Sempronio, servitore di Tullio, porta la cartella dove ci sono lo stilo, la cera, la penna, l’abaco, …… In classe le ore trascorrono serene, infatti i ragazzi amano il maestro ed il maestro ama i ragazzi.