decisivo intervento delle donne Sabine Livio

Messaggioda neretinodoc » 4 mar 2010, 15:41

avete la versione di Livio "decisivo intervento delle donne Sabine" dal libro la lingua dei romani esercizi 2, pag 91 n'I?
inizio:"Tum Sabinae mulieres, crinibus passis scissaque veste, victo muliebri pavore ausae sunt se inter tela volantia inferre.."
fine:"...Ex bello tam tristi laeta repente pax cariores Sabinas viris ac parentibus et ante omnes Romulo ipsi fecit."
per favore è urgens-urgentis!!!!

neretinodoc

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Messaggioda giada » 4 mar 2010, 16:29

Tum Sabinae mulieres crinibus passis scissaque ueste, victo malis muliebri pavore, ausae se inter tela volantia inferre, ex transuerso impetu facto dirimere infestas acies, dirimere iras, hinc patres, hinc viros orantes, ne sanguine se nefando soceri generique respergerent, ne parricidio macularent partus suos, nepotum illi, hi liberum progeniem. "Si adfinitatis inter vos, si conubii piget, in nos vertite iras; nos causa belli, nos volnerum ac caedium viris ac parentibus sumus; melius peribimus quam sine alteris uestrum viduae aut orbae uiuemus." movet res cum multitudinem tum duces; silentium et repentina fit quies; inde ad foedus faciendum duces prodeunt. Nec pacem modo sed civitatem unam ex duabus faciunt. Regnum consociant: imperium omne conferunt Romam. Ita geminata urbe ut Sabinis tamen aliquid daretur Quirites a Curibus appellati. Monumentum eius pugnae ubi primum ex profunda emersus palude equus Curtium in vado statuit, Curtium lacum appellarunt. Ex bello tam tristi laeta repente pax cariores Sabinas viris ac parentibus et ante omnes Romulo ipsi fecit.

Fu in quel momento che le donne sabine,con le chiome al vento e i vestiti a brandelli, lasciarono che le disgrazie presenti avessero la meglio sulla loro timidezza di donne e non esitarono a buttarsi sotto una pioggia di proiettili e a irrompere dai lati tra le opposte fazioni per dividere i contendenti e placarne la collera. Da una parte supplicavano i mariti e dall'altra i padri. Li imploravano di non commettere un crimine orrendo macchiandosi del sangue di un suocero o di un genero e di non lasciare il marchio del parricidio nelle creature che esse avrebbero messo al mondo, figli per gli uni e nipoti per gli altri. «Se il rapporto di parentela che vi unisce e questi matrimoni non vi vanno a genio, rivolgete la vostra ira contro di noi: siamo noi la causa scatenante della guerra, noi le sole responsabili delle ferite e delle morti tanto dei mariti quanto dei genitori. Meglio morire che rimanere senza uno di voi due, o vedove od orfane.» L'episodio non tocca soltanto la massa dei soldati ma anche i comandanti, e su tutti cala improvvisa una quiete silenziosa. Poi vengono avanti i generali per stipulare un trattato e non si accordano esclusivamente sulla pace, ma varano anche l'unione dei due popoli. Associano i due regni, trasferendo però l'intero potere decisionale a Roma che vede così raddoppiata la sua popolazione. Tuttavia, per venire in qualche modo incontro ai Sabini, i cittadini romani presero il nome di Quiriti dalla città di Cures. E in memoria di quella battaglia chiamarono lago Curzio lo specchio d'acqua dove il cavallo di Curzio emerse dal profondo della melma e portò in salvo il suo cavaliere. A una guerra così catastrofica seguì improvvisamente un felice periodo di pace che rese le donne sabine più gradite ai loro mariti e ai loro genitori, ma, sopra tutti, a Romolo stesso.

giada

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