Moderazione nelle punizioni Cicerone da Matrix

Messaggioda miriz » 10 mar 2010, 9:10

:oops: Per piacere,mi servirebbe la versione di latino dal libro "MATRIX 2" pag. 187 lett. D
titolo:"MODERAZIONE NELLE PUNIZIONI" da CICERONE
inizio:"Non audiendi ii sunt,qui inimicis irascendum esse putant idque...."
fine:"...multitudinem conservare,in omni fortuna recta atque honesta retinere."
Grazie in anticipo
grazieate

miriz

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Messaggioda giada » 10 mar 2010, 10:12

Non audiendi ii sunt, qui inimicis irascendum esse putant idque magnanimi et fortis viri esse censent; nihil enim magno et praeclaro viro dignius est placabilitate atque clementia. Ne in re publica quidem administranda nimia severitas adhibenda est: nam cavendum est ne maior poena quam culpa sit et ne iisdem de causis alii plectantur, alii ne appellantur quidem in iudicium. Maxime autem prohibenda est ira in puniendo; numquam enim, qui accedet iratus ad poenam, mediocritatem illam tenebit, quae est inter nimium et parum. Iracundia vero omnibus in rebus repudianda est, optandumque est ut ii, qui praesunt rei publicae, non iracundia, sed aequitate ad puniendum ducantur. Etiam de evertendis diripiendisque hostium urbibus valde considerandum est nequid temere ne quid crudeliter agatur. Id est enim magni viri, punire sontes, multitudinem conservare, in omni fortuna recta atque honesta retinere.

Non bisogna udire coloro che ritengono che si debba infuriarsi contro i nemici e per giunta ritengono di essere forti e magnanimi uomini, infatti nulla è più degno di un uomo grande e nobile di uno spirito conciliante e della clemenza. E neppure nell'amministrazione della cosa pubblica si deve usare troppa severità; bisogna stare attenti infatti che la pena non sia più dura della colpa e né che per le stesse ragioni gli uni siano sferzati e gli altri possano appellarsi in giudizio. Soprattutto occorre proibire (di avere) l'ira nel punire, mai infatti chi deve decidere una punizione, essendo inquietato, terrà la giusta misura, che si trova in mezzo fra il troppo e il troppo poco. L'iracondia deve essere bandita in tutte le cose; si deve preferire che coloro i quali comandano nello stato siano guidati non dall'ira ma dall'equità nel punire. Anche nell'abbattere e distruggere le città dei nemici bisogna ben considerare di non comportarsi né ciecamente né crudelmente. Questo è infatti (è tipico) dell'uomo grande (ovvero) punire i colpevoli, proteggere la massa, mantenersi in ogni circostanza retto ed onesto.

giada

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