Titolo:"Κωνωψ και ταυροσ" (da Esopo)
la zanzara e il toro
Κωνωψ επιστας κερατι ταυρου και πολυν χρονον επικαθισας, επειδη απαλλαττεσθαι εμελλεν, επυνθανετο του ταυρου ει ηδη βουλεται αυτον απελθειν. Ο δε εφη:"Αλλ'ουτε, οτε ἦλθες, εγνων ουτε, εαν απελθῃς, γνωσομαι". Προς τον ανδρα αδυνατον, ος ουτε παρων ουτε απων επιβλαβης ἤ ωφελιμος εστι.
una zanzara, fermatasi sul corno di un toro e posatasi per molto tempo, quando stava per andarsene, chiedeva al toro se voleva che si allontanasse. Quelo disse: «Ma nè mi resi conto, quando arrivasti, ne me ne renderò conto, se te ne andrai». La favola è per un uomo incapace, che nè quando c'è nè quando non c'è, è dannoso o utile.
Seconda traduzione da altro libro (non abbiamo il testo greco di questa traduzione)
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Una zanzara sfidò il toro a una gara di forza. Accorsero allo spettacolo popoli interi. Ma qui la piccola zanzara disse: «Mi basta che tu mi sia venuto di fronte. Ero piccola, e il tuo giudizio mi ha fatta pari a te.» E si levò a volo nell'aria sulle ali lievi, prese in giro la folla e sgonfiò la burbanza del toro. Il quale, se si fosse ricordato della forza che ha nelle spalle, non avrebbe dato peso ─ per pudore ─ a un simile avversario; né ci sarebbe stata materia per glorificare una piccola sciocca.
Chi si mette al livello di chi tanto non merita, avvilisce il suo nome