Capitolo 15
Iam primum adulescens Catilina multa nefanda stupra fecerat, cum virgine nobili, cum sacerdote Vestae, alia huiusce modi contra ius fasque. Postremo captus amore Aureliae Orestillae, cuius praeter formam nihil umquam bonus laudavit, quod ea nubere illi dubitabat timens privignum adulta aetate, pro certo creditur necato filio vacuam domum scelestis nuptiis fecisse. Quae quidem res mihi in primis videtur causa fuisse facinus maturandi. Namque animus inpurus, dis hominibusque infestus neque vigiliis neque quietibus sedari peterat: ita conscientia mentem excitam vastabat. Igitur color ei exsanguis, foedi oculi, citus modo, modo tardus incessus: prorsus in facie vultuque vecordia inerat.
Fin dalla prima giovinezza, Catilina aveva avuto amori delittuosi, con una vergine nobile, con una Vestale, e altre esperienze di tal fatta contro l'umano e il divino. Infine, preso d'amore per Aurelia Orestilla, di cui mai nessun uomo dabbene trovò nulla da lodare se non la bellezza, poiché ella esitava a sposarlo per timore del figliastro in età già adulta, si ritiene con certezza che egli assassinatolo, abbia reso la casa libera per le nozze scellerate. Ciò mi sembra la principale ragione per cui affrettò la congiura. Infatti quell'animo impuro, nemico degli Dèi e degli uomini, non trovava pace né nel sonno né nelle veglie; tanto il rimorso devastava quell'animo inquieto. E ancora, esangue il colorito, torvi gli occhi, il passo ora rapido ora lento, insomma nel volto e nell'aspetto aveva i segni della follia.
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Capitolo 22
Fuere ea tempestate, qui dicerent Catilinam oratione habita, cum ad ius iurandum popularis sceleris sui adigeret, humani corporis sanguinem vino permixtum in pateris circumtulisse: inde cum post exsecrationem omnes degustavissent, sicuti in sollemnibus sacris fieri consuevit, aperuisse consilium suum; atque eo ita fecisse, quo inter se fidi magis forent alius alii tanti facinoris conscii. Nonnulli ficta et haec et multa praeterea exstumabant ab iis, qui Ciceronis invidiam, quae postea orta est, leniri credebant atrocitate sceleris eorum, qui poenas dederant. Nobis es res pro magnitudine parum comperta est.
In quel tempo alcuni dissero che Catilina, tenuto il discorso, al momento di far prestare giuramento ai complici del suo delitto, avesse fatto circolare coppe di sangue umano misto a vino; poi, quando tutti l'ebbero gustato dopo la formula del giuramento, come si usa nei sacrifici solenni, allora svelò il suo piano, dicendo che aveva fatto ciò per rendere tutti reciprocamente più fedeli, complici l'uno dell'altro in tale delitto. Alcuni ritenevano che questa e molte altre cose fossero un'invenzione di coloro che credevano di attenuare l'ostilità verso Cicerone, che poi sorse, con l'atroce misfatto dei giustiziati. A me sembra che la cosa, per la sua gravità, non sia stata abbastanza dimostrata.