versione CICERONE: Funzionalità nelle cose naturali

Messaggioda NOTwealthy » 23 apr 2010, 13:56

Mi servirebbe, se disponibile, questa versione:
Titolo: funzionalità nelle cose naturali
Autore: Cicerone
(è del libro di versioni Instrumenta)

Inizia con "Quid est in rebus"; finisce con ",comparavit"

Grazie mille! ;3

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Messaggioda giada » 23 apr 2010, 14:14

metti al meno UNA RIGA d'inizio e UNA RIGA di fine

giada

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Messaggioda NOTwealthy » 23 apr 2010, 14:17

[quote="giada"]metti al meno UNA RIGA d'inizio e UNA RIGA di fine


ehm, scusami... :oops:

Inizio: Quid est in rebus terrestribus in quo non naturae ratio intellegentis appareat?...
Fine: ...Pastum autem animantibus large et copiose natura eum, qui cuique aptus est,
comparavit.

NOTwealthy

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Messaggioda giada » 23 apr 2010, 14:38

passo originale da cui puoi trarla:

Age ut a caelestibus rebus ad terrestres veniamus, quid est in his, in quo non naturae ratio intellegentis appareat? Principio eorum, quae gignuntur e terra, stirpes et stabilitatem dant his, quae sustinent, et e terra sucum trahunt, quo alantur ea, quae radicibus continentur; obducunturque libro aut cortice trunci, quo sint a frigoribus et caloribus tutiores. Iam vero vites sic claviculis adminicula tamquam manibus adprehendunt atque ita se erigunt ut animantes; quin etiam a caulibus brassicae, si propter sati sint, ut a pestiferis et nocentibus refugere dicuntur nec eos ulla ex parte contingere. Animantium vero quanta varietas est, quanta ad eam rem vis, ut in suo quaeque genere permaneat. Quarum aliae coriis tectae sunt, aliae villis vestitae, aliae spinis hirsutae; pluma alias, alias squama videmus obductas, alias esse cornibus armatas, alias habere effugia pinnarum. Pastum autem animantibus large et copiose natura eum, qui cuique aptus erat, comparavit



Se poi dalle regioni del cielo ci riportiamo alle cose della nostra terra, come rintracciare una sola creatura nella quale non risplenda la razionale intelligenza della natura? Innanzitutto i fusti della vegetazione che spunta dal grembo della terra danno solidità alle parti che essi sostengono e traggono dalla terra gli alimenti con cui nutrire quanto poggia sulle radici; e per difendersi dal freddo e dal caldo i tronchi si ricoprono di corteccia. Le viti si aggrappano ai sostegni coi loro tralci simili a mani e non diversamente dagli esseri animati assumono posizione eretta. E non basta: se nelle vicinanze sono piantati dei cavoli se ne tengono lontano come da corpi funesti e pestilenziali e si guardano bene dall'entrare in contatto con essi. . E che dire poi della varietà degli animali e della capacità che ciascuno possiede di conservarsi nei limiti della propria specie? Alcuni si ricoprono di cuoio, altri si vestono di pelli villose, altri ancora di ispidi mantelli di spine. Alcuni li vediamo ricoperti di piume, altri di squame, e se per una parte di essi le corna rappresentano un'arma, per altri le ali sono il più sicuro mezzo con cui fuggire. A tutti poi la natura fornisce con larga abbondanza il nutrimento adatto a ciascuno

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