Illa die, qua Cius Caesa et Cneius Pompeius per civile bellum in Thessalia, apud Pharsalum, conflixeunt, res accidit Patavii, in Thanspadana Italia, mirabilis. Cornelus quidam, sacerdos religione venerandus et castitate vitae sanctus, repente dixit se conspicere procul pugnam acerrimam. Cernebat alios cedere alios urgere, caedem cruentissimam fieri, fugam, tela volantia, vulnera, gemitus sauciorum, quasi ipse in acie versaretur. Haec se videre vociferatus est et subito exclamavit Caesarem vicisse. Ea Cornelii sacerdotis hariolatio levis et vecors aestimata est; sed mox vera adparuit, quoniam nono solum diem pugnae, quae in Thessalia pugnata est, sed etiam exitum et victoris nomen sacerdos vaticinatus est et omns proelii vices verbis repraesentavit.
Quel giorno, in cui Cesare e Pompeo combatterono con una guerra civile in Tessaglia, presso Farsalo, accadde una cosa meravigliosa a Padova, nell'Italia Transpadana. Cornelio, sacerdote venerando per religione e santo per castità di vita, all'improvviso disse che lui stesso prevedeva una battaglia assai feroce. Vedeva alcuni ripiegare altri attaccare, che vi era una carneficina crudelissima, una fuga, frecce volanti, ferite, gemiti di ferite, come se lui stesso fosse presente in battaglia. Queste cose si vociferava che quello vedesse e subito esclamò che Cesare avrebbe vinto. Tale divinazione del sacerdote Cornelio fu considerata leggera e insensata, ma apparve subito vera, poichè nel nono giorno di battaglia, che era combattuta in Tessaglia, il sacerdote predisse l'esito ma anche il nome del vincitore e riprodusse a parole tutti i luoghi del combattimento