Si fronteggiano le più nobili virtù e i vizi più turpi Cicerone
Instruite nunc, Quirites, contra has tam praeclaras Catilinae copias vestra praesidia vestrosque exercitus. Et primum gladiatori illi confecto et saucio consules imperatoresque vestros opponite; deinde contra illam naufragorum eiectam ac debilitatam manum florem totius Italiae ac robur educite. Iam vero urbes coloniarum ac municipiorum respondebunt Catilinae tumulis silvestribus. Neque ego ceteras copias, ornamenta, praesidia vestra cum illius latronis inopia atque egestate conferre debeo.Sed si omissis his rebus, quibus nos suppeditamur, eget ille, senatu, equitibus Romanis, urbe, aerario, vectigalibus, cuncta Italia, provinciis omnibus, exteris nationibus, si his rebus omissis causas ipsas, quae inter se confligunt, contendere velimus, ex eo ipso, quam valde illi iaceant, intellegere possumus. Ex hac enim parte pudor pugnat, illinc petulantia; hinc pudicitia, illinc stuprum; hinc fides, illinc fraudatio; hinc pietas, illinc scelus; hinc constantia, illinc furor; hinc honestas, illinc turpitudo; hinc continentia, illinc lubido; denique aequitas, temperantia, fortitudo, prudentia, virtutes omnes certant cum iniquitate, luxuria, ignavia, temeritate, cum vitiis omnibus; postremo copia cum egestate, bona ratio cum perdita, mens sana cum amentia, bona denique spes cum omnium rerum desperatione confligit. In eius modi certamine ac proelio nonne, si hominum studia deficiant, di ipsi inmortales cogant ab his praeclarissimis virtutibus tot et tanta vitia superari
Ora, Quiriti, schierate le vostre guarnigioni e i vostri eserciti contro le intrepide milizie di Catilina e, per prima cosa, opponete i vostri consoli e comandanti a quel gladiatore stremato e ferito! Fate scendere in campo il fior fiore, il nerbo dell'Italia intera contro quel pugno di naufraghi esausti, sbattuti dalle onde! Colonie e municipi sapranno senz'altro rispondere alle imboscate di Catilina! Non è il caso, poi, che confronti tutte le forze di cui disponete, i vostri equipaggiamenti e le vostre risorse alla mancanza di mezzi, alla miseria di quel bandito.Ma se, tralasciando tutto ciò di cui siamo provvisti e di cui lui è privo, intendo dire il Senato, i cavalieri, la città, il tesoro pubblico, le rendite statali, l'Italia intera, tutte le province, gli stati esteri, se, tralasciando tutto ciò, volessimo confrontare semplicemente le due cause avverse, solo questo sarebbe sufficiente a farci capire quanto siano a terra! Dalla nostra parte combatte la moderazione, dalla loro l'insolenza; qui la pudicizia, là la vergogna; qui la lealtà, là l'inganno; qui il timore degli dèi, là l'empietà; qui la coerenza, là la follia; qui l'onore, là l'infamia; qui la moderazione, là la sfrenatezza; infine l'equità, la temperanza, il coraggio, la saggezza, insomma tutte le virtù combattono contro l'ingiustizia, la sfrenatezza, la viltà, la temerarietà, insomma contro tutti i vizi. Infine, la ricchezza si oppone alla povertà, l'ordine alla rivoluzione, la ragione alla pazzia e, per concludere, la speranza a una generale disperazione. In un tale conflitto, in un tale scontro, se gli sforzi umani fossero insufficienti, non interverrebbero forse gli dèi immortali a far trionfare le più nobili virtù su tanti e tali vizi?
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