UN LIBERTINO CONVERTITO Versione VALERIO MASSIMO Certamen

Messaggioda AleRanz » 30 set 2010, 13:57

Ciao! Mi servirebbe la versione "Un libertino convertito" di Valerio Massimo dal libro "Certamen".
Inizio : Perditae luxuriae Athenis adulescens Polemo...
Fine : ...animus in nequitia, non habitavit.
Grazie.

AleRanz

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Messaggioda AleRanz » 30 set 2010, 14:11

Rispondete vi pregooooooooooooooo

AleRanz

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Messaggioda giada » 30 set 2010, 15:11

ecco a te bye

perditae luxuriae Athenis adulescens Polemo, neque inlecebris eius tantum modo, sed etiam ipsa infamia gaudens, cum e convivio non post occasum solis, sed post ortum surrexisset domumque rediens Xenocratis philosophi patentem ianuam vidisset, vino gravis, unguentis delibutus, sertis capite redimito, perlucida veste amictus refertam turba doctorum hominum scholam eius intravit. nec contentus tam deformi introitu consedit etiam, ut clarissimum eloquium et prudentissima praecepta temulentiae lasciviis elevaret. orta deinde, ut par erat, omnium indignatione Xenocrates vultum in eodem habitu continuit omissaque re, quam disserebat, de modestia ac temperantia loqui coepit. cuius gravitate sermonis resipiscere coactus Polemo primum coronam capite detractam proiecit, paulo post brachium intra pallium reduxit, procedente tempore oris convivalis hilaritatem deposuit, ad ultimum totam luxuriam exuit uniusque orationis saluberrima medicina sanatus ex infami ganeone maximus philosophus evasit. peregrinatus est huius animus in nequitia, non habitavit.


Polemone, un giovane ateniese estremamente depravato che godeva non solo delle proprie dissolutezze ma addirittura (che godeva) della propria cattiva fama si era allontanato da un banchetto non al tramonto ma al sortere del sole. Mentre tornava a casa, vista aperta la porta di casa del filosofo Senocrate pieno di vino profumato di unguenti, con la testa cinta da una ghirlanda di fiori e con adosso abiti trasparenti entro' nella scuola affolata di sapienti e non contendo di esservi entrato in condizioni pietose persino vi si sette intenzionato a disturbare con la sua petulanza da ubriiacole parole nobili ed i saggissimi insegnamenti del filosofo. Mentre tutti, come era naturale (che fosse), mostravano il proprio sdegno, Socrate non battàè ciglio, e troncato l'argomento del suo discorso andò a parlare della modestia e della temperanza. Polemone costretto dalla gravità di quelle parole a ritornare in se', prima si levò dalla testa e scagliò in terra la corona, poco dopo ritirò il braccio dentro al mantello, poi fini' di atteggiare il suo viso come quello di un invitato reso felice dal vino, infine lasciò ogni lussuria e guarito dalla saluberrima medicina di un solo discorso da quel malfamato crapulone che era, divenne un grandissimo filoso. Il suo spirito peregrinò nel male, na non vi soggiornò a lungo

giada

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Messaggioda giada » 4 ott 2010, 8:23

up

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Messaggioda giada » 3 giu 2014, 7:57

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