Versione latino "sacrilegi" da cicerone

Messaggioda julio94 » 27 ott 2010, 14:07

Mi servirebbe la versione "Sacrilegi" di Cicerone
inizia cosi
Sacerdotes populi Romani,cum esset in urbe nostra Cereris pulcherrimum et magnificentissimum templum,tamen usque Hennam profecti sunt.

finisce cosi
sed omnes sacerdotes,omnes accolae atque atistites Cereris esse videantur

julio94

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Messaggioda giada » 27 ott 2010, 15:35

Sacerdotes populi Romani, cum esset in urbe nostra Cereris pulcherrimum et magnificentissimus templum, tamen usque Hennam profecti sunt. Tanta erat enim auctoritas et vetustas illus religionis, ut, cum illuc irent, non ad aedem Cereris, sed ad ipsam Cererem proficisci viderentur. hoc dico: hanc ipsam Cererem antiquissimam, religiosissimam, principem omnium sacrorum quae apud omnes gentes nationesque fiunt, a C. Verre ex suis templis ac sedibus esse sublatam. Cum ego Hennam venissem, praesto mihi sacerdotes Cereris cum infulis ac verbins fuerunt, contio conventusque civium, in quo ego cum loquerer tanti gemitus fletusque fiebant ut acerbissimus tota urbe luctus versari videretur.
Non illi decumarum imperia, non bonorum direptiones, non iniqua iudicia, non importunas istius libidines, non vim, non contumelias quibus vexati oppressique erant conquerebantur; Cereris numen, sacrorum vetustatem, fani religionem istius sceleratissimi atque audacissimi supplicio expiari volebant; omnia se cetera pati ac neglegere dicebant. Hic dolor erat tantus ut Verres alter Orcus venisse Hennam et non Proserpinam asportasse sed ipsam abripuisse Cererem videretur. Etenim urbs illa non urbs videtur, sed fanum Cereris esse; habitare apud sese Cererem Hennenses arbitrantur, ut mihi non cives illius civitatis, sed omnes sacerdotes, omnes accolae atque antistites Cereris esse videantur.


Allora i sacerdoti del popolo romano benchè ci fosse nella nostra città un bellissimo e grandissimo tempio, tuttavia partiorono verso Enna. Era tanto il prestigio e la vecchiezza di quella religione, che mentre andavano li sembrava che partissero non per il tempo di Cerere ma per Cerere stessa. Dico questo: apprendete che questa Cerere stessa, la più antica e religiosa e la principale di tutte le divinità, quella a che tutti i popoli e tutte le nazioni offrirono i loro primi omaggi, è stata tolta del suo tempio e della sua residenza da parte di Verre. Quelli di voi che sono entrati ad Enna, hanno visto una statua di Cerere in marmo, e, in un altro tempio, una statua di Proserpina. Sono tutte e due molto belle e molto grandi, ma più moderne. ve ne era un'altra in bronzo, di una dimensione media di una bellezza perfetta, che porta torce, molto vecchia la più vecchia anche di tutte quelle che sono in questo tempio è quella che Verre ha tolto; dinanzi al tempio, in un luogo scoperto e spazioso, sono due statue, una di Cerere, l'altro di Triptolèmo, molto belle e molto grandi. La loro bellezza li ha messi nel pericolo, ma la loro dimensione li ha salvati: lo spostamento sembrava offrire troppe difficoltà. Nella mano diritta di Cérere era una figura molto graziosa della vittoria. Verre la fece strappare della statua, e la trasportò nel suo palazzo.

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