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Ulisse riprese il mare con tutte le navi, e arrivò all'isola Eolia, il cui re era Eolo. A lui Zeus aveva dato l'incarico di controllare i venti, con facoltà di calmarli o di renderli impetuosi.
Odisseo fu ospite di Eolo, che gli donò un otre di pelle, nel quale erano imprigionati tutti i venti: gli fece vedere quali venti gli sarebbero stati utili per la navigazione, e gli disse di tenere legato l'otre alla nave. Odisseo dunque si affidò ai venti più opportuni e navigò senza problemi: e quando fu ormai in vista di Itaca e gli apparve il fumo salire dai tetti delle case, si addormentò. I suoi compagni allora, credendo che nell'otre ci fosse dell'oro, lo aprirono e liberarono tutti i venti: e di nuovo furono respinti dalle coste e portati in alto mare dal vento rapinoso. Odisseo ritornò da Eolo e lo pregò di dargli ancora un dolce vento: ma il re lo cacciò dall'isola, dicendogli che gli Dèi lo osteggiavano e che non poteva fare niente per salvarlo.
Odisseo di nuovo prese il mare