da rebecca » 21 mar 2011, 9:22
Non rumoreggiate, o uomini ateniesi, ma rimanete nelle condizione che vi ho
chiesto, non borbottate per le cose che dico, ma ascoltate:infatti, come io
penso, avrete giovamento ascoltando. Dunque, sto per dirvi certe cose e altre
sulle quali forse griderete; ma non farete questo in nessun modo. Sappiate
bene, infatti, qualora voi mi ucciderete, essendo io tale come io dico, non
danneggerete me più che voi stessi; né Meleto né Anito potrebbero
danneggiarmi -né sarebbero in grado- poiché non credo che sia lecito che sia
recato danno a un uomo migliore da uno peggiore. Forse tuttavia potrebbe
farmi morire o cacciarmi o privarmi dei diritti civili; ma forse costui e qualche
altro magari reputa queste cose grandi sventure, io invece non lo credo, ma
considero molto di più ciò che costui ora a, tentare di uccidere un uomo
ingiustamente. Ora, dunque, o uomini ateniesi, io sono molto lontano dal
parlare in mia difesa, come qualcuno potrebbe pensare, ma (parlo) per voi,
affinché non sbagliate in qualcosa sul dono del dio a voi, dopo aver condannato
me. Qualora mi uccidiate, non facilmente troverete un altro tale,
semplicemente – se anche molto ridicolo a dire- applicato alla città dal dio
come ad un grande e nobile cavallo, ma alquanto pigro per la sua grandezza e
bisognoso di essere destato da qualche sprone, come mi sembra il dio abbia
posto alla città me come uno che non smette mai per tutto il giorno di
svegliarvi, di persuadervi e di rimproverarvi uno ad uno, sedendovi vicino
dappertutto
Non avrete facilmente un altro così, o uomini ateniesi, ma se mi darete ascolto,
mi risparmierete. Voi forse odiandomi, come coloro che sonnecchiano quando
vengono svegliati, avendomi colpito, dando retta ad Anito, mi potrete far
uccidere facilmente e dopo continuereste a dormire la restante vita, se il dio,
avendo pietà di voi, non vi mandasse un altro uomo. Ora voi potreste capire da
ciò, che io mi trovo a essere tale da essere stato mandato dal dio alla città;
infatti non sembra cosa umana il fatto che io, da un lato, abbia trascurato tutte
le cose riguardanti me stesso e sopporti già da tanti anni di trascurare le
questioni di famiglia, e che, dall’altro, faccia sempre il vostro interesse
avvicinandomi come un padre o come un fratello maggiore a ciascuno in
particolare, esortando a occuparsi della virtù. E tuttavia se io guadagnassi
qualcosa da queste cose, e consigliassi ciò ricevendo un compenso, avrei
qualche motivo (di farlo), ora vedete certo anche voi stessi che gli accusatori,
pure incolpandomi di tutte le altre cose cos impudentemente, non furono
capaci di essere stati sfrontati in questo, avendo presentato un testimone sul
fatto che io qualche volta percepii o chiesi ricompensa. Infatti, io, credo,
presento la testimonianza sufficiente che dico cose vere, cioè la mia povertà.