da giada » 8 apr 2011, 11:44
Singulari vir ingenio Aristoteles et paene divino scribit Eudemum Cyprium, familiarem suum, iter in Macedoniam facientem Pheras venisse, quae erat urbs in Thessalia tum admodum nobilis, ab Alexandro autem tyranno crudeli dominatu tenebatur; in eo igitur oppido ita graviter aegrum Eudemum fuisse, ut omnes medici diffiderent; ei visum, in quiete, egregia facie iuvenem dicere fore ut perbrevi convalesceret, paucisque diebus interiturum Alexandrum tyrannum, ipsum autem Eudemum quinquennio post domum esse rediturum. Atque ita quidem prima statim scribit Aristoteles consecuta: et convaluisse Eudemum, et ab uxoris fratribus interfectum tyrannum; quinto autem anno exeunte, cum esset spes ex illo somnio in Cyprum illum ex Sicilia esse rediturum, proeliantem eum ad Syracusas occidisse; ex quo ita illud somnium esse interpretatum, ut, cum animus Eudemi e corpore excesserit, tum domum revertisse videatur.
Aristotele, uomo di singolare e direi quasi intelligenza divina scrive che Eudemo di Cipro, suo amico, facendo (nel senso di mentre andava) verso la Macedonia giunse a Fere; dunque Eudemo si ammalò in quella città così gravemente, che tutti i medici (si) disperavano.
A Eudemo nel sonno parve che un giovane dall’aspetto nobile affermasse che lui sarebbe guarito in breve tempo, e in pochi giorni sarebbe morto il tiranno Alessandro e un cinque anni dopo egli avrebbe fatto ritorno nella sua patria. E Aristotele scrive che davvero ciò accadde, che Eudemo guarì e che il tiranno fu ucciso dai fratelli della moglie; invece alla fine del quinto anno, essendoci la speranza in base a quel sogno che lui sarebbe tornato dalla Sicilia a Cipro, egli invece morì combattendo a Siracusa; (Aristotele di che) in conseguenza di ciò (nesso relativo) quel sogno fu interpretato così, cioè che, quando l'anima di Eudemo avrà abbandonato il corpo, allora sembra essere tornata a casa.