LE PRETESE DELLA PLEBE VANNO CONTRO LE LEGGI UMANE E DIVINE

Messaggioda Fruscetto » 12 apr 2011, 12:55

Salve a tutti!
Ecco tutto il testo:

Eodem tempore et consules senatum in tribunum et tribunus populum in consules incitabat. Negabant consules iam ultra ferri posse furores tribunicios; ventum iam ad finem esse; domi plus belli concitari quam foris. Quas quantasque res C. Canuleium adgressum! Conluvionem gentium, perturbationem auspiciorum publicorum privatorumque adferre, ne quid sinceri, ne quid incontaminati sit, ut discrimine omni sublato nec se quisquam nec suos noverit. Quam enim aliam vim conubia promiscua habere nisi ut ferarum prope ritu volgentur concubitus plebis patrumque? Ut qui natus sit ignoret, cuius sanguinis, quorum sacrorum sit; dimidius patrum sit, dimidius plebis, ne secum quidem ipse concors. Parum id videri quod omnia divina humanaque turbentur: iam ad consulatum volgi turbatores accingi. Et primo ut alter consul ex plebe fieret, id modo sermonibus temptasse; nunc rogari ut seu ex patribus seu ex plebe velit populus consules creet. Et creaturos haud dubie ex plebe seditiosissimum quemque; Canuleios igitur Iciliosque consules fore. Ne id Iuppiter optimus maximus sineret regiae maiestatis imperium eo recidere; et se miliens morituros potius quam ut tantum dedecoris admitti patiantur.

Avrei urgente bisogno entro oggi pomeriggio della versione di "Nuovo dalla sintassi al testo" Pagina 209 numero 63


La versione si chiama "Le pretese della plebe vanno contro le leggi umane e divine" di Tito livio



Grazie!

Fruscetto

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Messaggioda giada » 12 apr 2011, 13:20

Nello stesso tempo i consoli incitavano il senato contro il tribuno e il tribuno il popolo contro i consoli. I consoli dicevano che non era possibile sopportare ulteriormente gli eccessi del tribuno; il momento favorevole era passato; si provocava alla guerra più in città che fuori. Quali e quante cose furono intraprese da Canuleio! Portare la mescolanza delle stirpi, la confusione degli auspici pubblici e privati, perché nulla rimanga puro, nulla intatto, così che, eliminata ogni distinzione, nessuno potrò riconoscere se stesso o i suoi. Infatti, quale altro valore hanno i matrimoni promiscui, quasi come quelli delle bestie, se non che il rapporto sessuale tra plebei e patrizi, sia una forma di prostituzione? Così ogni persona che nasce non saprà chi sia, di quale stirpe, a quale culto religioso appartenga, se sia mezzo patrizio, mezzo plebeo, e neanche sarà in armonia con se stesso. Sembra poca cosa che le istituzioni divine ed umane sia stravolto; ma i fomentatori di disordine si accingono a invadere il consolato. E in un primo tempo (hanno proposto) che uno dei due consoli fosse scelto tra i plebei, in modo che creasse turbamento solo con discorsi; ora si chiede che il popolo scelga (entrambi) i consoli a suo piacimento o tra i patrizi o tra i plebei. E certamente dalla plebe verrà scelto il più facinoroso; quindi Canuleio e Icilio saranno fatti consoli. Ma Giove Ottimo Massimo non permetta ciò, che il dominio della (sua) maestà reale scenda a questo; e mille volte sopportino di morire piuttosto che subire una così grande vergogna.

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Messaggioda giada » 16 ott 2015, 15:32

"Nuovo dalla sintassi al testo" Pagina 209 numero 63

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