da giada » 16 apr 2011, 9:10
Quod pertinaciter studes et omnibus omissis hoc unum agis, ut te meliorem cotidie facias, et probo et gaudeo, nec tantum hortor ut perseveres sed etiam rogo. Illud autem te admoneo, ne eorum more qui non proficere sed conspici cupiunt facias aliqua quae in habitu tuo aut genere vitae notabilia sint. Asperum cultum et intonsum caput et neglegentiorem barbam et indictum argento odium et cubile humi positum et quidquid aliud ambitionem perversa via sequitur evita. Satis ipsum nomen philosophiae, etiam si modeste tractetur, invidiosum est: quid si nos hominum consuetudini coeperimus excerpere? Intus omnia dissimilia sint, frons populo nostra conveniat. Id agamus ut meliorem vitam sequamur quam vulgus, non ut contrariam: alioquin quos emendari volumus fugamus a nobis et avertimus. Illud quoque efficimus, ut nihil imitari velint nostri, dum timent ne imitanda sint omnia. Videamus ne ista per quae admirationem parare volumus ridicula et odiosa sint.
Nempe propositum nostrum est secundum naturam vivere: hoc contra naturam est, torquere corpus suum et faciles odisse munditias et squalorem appetere et cibis non tantum vilibus uti sed taetris et horridis. Quemadmodum desiderare delicatas res luxuriae est, ita usitatas et non magno parabiles fugere dementiae. Frugalitatem exigit philosophia, non poenam; potest autem esse non incompta frugalitas. Hic mihi modus placet: temperetur vita inter bonos mores et publicos; suspiciant omnes vitam nostram sed agnoscant. 'Quid ergo? eadem faciemus quae ceteri? nihil inter nos et illos intererit?' Plurimum: dissimiles esse nos vulgo sciat qui inspexerit propius; qui domum intraverit nos potius miretur quam supellectilem nostram. Magnus ille est qui fictilibus sic utitur quemadmodum argento, nec ille minor est qui sic argento utitur quemadmodum fictilibus; infirmi animi est pati non posse divitias.
Approvo e gioisco del fatto che studi con grande passione e che, messe da parte tutte le altre cose, ti dedichi solo a questo, a renderti migliore ogni giorno, e non solo ti esorto a continuare ma anche ti prego di farlo. Però ti invito a non fare cose che siano vistose nel tuo modo di vestire o nel tuo genere di vita, come quelli che non desiderano fare progressi ma attirare l’attenzione. Evita un modo di vestire trascurato, i capelli arruffati, la barba poco curata, un’antipatia dichiarata per i preziosi , il letto posto in terra e qualsiasi altra cosa che, in una strada sbagliata, tenga dietro alla brama di apparire. Lo stesso nome della filosofia, anche se usato con moderazione, è abbastanza odiato: che accadrà se cominceremo a estraniarci dalle usanze comuni degli uomini? La nostra interiorità sia del tutto dissimile, ma l’aspetto esteriore sia conforme a quello della gente. Facciamo in modo di seguire una vita migliore di quella del popolo, non opposta: altrimenti mettiamo in fuga e allontaniamo da noi quelli che desideriamo siano corretti. E facciamolo in modo che non vogliano imitare nulla di noi, nel timore che debbano imitare ogni cosa. Facciamo attenzione a non far apparire queste cose, attraverso le quali desideriamo acquistare considerazione, ridicole e odiose.
Come è segno di mollezza cercare alimenti raffinati, così è segno di pazzia evitare quelli comuni che si possono avere a poco prezzo. La filosofia richiede frugalità, non sofferenza, e la frugalità può essere decorosa. Mi sembra buona questa via di mezzo: l'esistenza sia una giusta combinazione tra moralità e morale predominante. Che tutta la gente guardi con ammirazione la nostra vita, ma sia anche in grado di capirla. "E allora, dovremo comportarci come gli altri? Non ci sarà nessuna differenza tra noi e loro?" Sì, e grandissima: chi ci guarda più da vicino, sappia che siamo diversi dalla massa; chi entra in casa nostra ammiri noi, non il nostro mobilio. È grande chi usa vasellami di argilla come se fossero di argento, ma non lo è meno chi usa l'argento come se fosse argilla; solo i deboli non sono in grado di reggere la ricchezza.