versione ADERBALE RIVOLGE UN APPELLO AL SENATO DI ROMA

Messaggioda nuvola bianca » 18 apr 2011, 14:34

Aderbale rivolge un appello al senato di Roma: di sallustio
inizio: pater nos duos reliquit, tertium Iugurtham beneficiis suis ratus est
fine: imperi ius et iniurias omnis curae esse decet

nuvola bianca

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Messaggioda *Yole* » 18 apr 2011, 14:42

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COMUNQUE ECCOLA

Pater nos duos fratres reliquit, tertium Iugurtham beneficiis suis ratus est coniunctum nobis fore. Alter eorum necatus est, alterius ipse ego manus impias vix effugi. Quid agam? Aut quo potissimum infelix accedam? Generis praesidia omnia extincta sunt. Pater, uti necesse erat, naturae concessit. Fratri, quem minime decuit, propinquos per scelus vitam eripuit. Affinis amicos propinquos ceteros meos alium alia clades oppressit: capti ab Iugurtha pars in crucem acti, pars bestiis obiecti sunt, pauci, quibus relicta est anima, clausi in tenebris cum maerore et luctu morte grauiorem vitam exigunt. Si omnia, quae aut amisi aut ex necessariis aduersa facta sunt, incolumia manerent, tamen, si quid ex improuiso mali accidisset, vos implorarem, patres conscripti, quibus pro magnitudine imperi ius et iniurias omnis curae esse deceT

Mio padre lasciò noi due fratelli e il terzo, Giugurta, pensò che sarebbe rimasto legato a noi dai suoi benefici. Dei due uno è stato ucciso: io sono sfuggito a stento alle empie mani dell'altro. Che cosa farò? Dove, infelice, potrò mai rivolgermi? I sostegni della famiglia sono venuti tutti a mancare. Mio padre ha dovuto inevitabilmente cedere alla legge di natura; a mio fratello chi meno avrebbe dovuto, cioè un parente, ha tolto la vita in modo spietato; i parenti, gli amici e gli altri miei congiunti sono caduti vittime chi di una sciagura chi di un'altra: presi da Giugurta, alcuni furono crocifissi, altri esposti alle fiere, i pochi lasciati in vita, rinchiusi in oscure prigioni, trascinano, nella tristezza e nel pianto, una vita peggiore d'ogni morte. Se mi fosse rimasto tutto quello che ho perduto o che da amico mi è diventato nemico, io nondimeno, a ogni improvvisa mia disgrazia, invocherei voi, padri coscritti, ai quali, per la grandezza dell'impero, spetta la difesa del diritto e la punizione delle offese.

*Yole*

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