versione IL TEMPIO DI GIOVE AMMONE da Curzio rufo

Messaggioda gigina93 » 23 apr 2011, 6:38

mi potreste aiutare con questa versione alessandro magno in egitto:verso il tempio di giove ammone da curzio rufo / Alessandro si reca al tempio di Giove Ammone
inizio Alexander, septimo die postquam a Gaza copias moverat, in regionem Aegypti,
fine generis sui auctorem aut credebat esse credi volebat.
grazieate

gigina93

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Messaggioda giada » 23 apr 2011, 10:27

Alexander, postquam a Gaza copias moverat, in regionem Aegypti, quam nunc Castra Alexandri vocant, pervenit. Deinde cum expedita delectorum manu Nilo amne vectus est. Nec sustinuerunt Alexandri adventum Perase, defectione quoque perterriti.
Iamque haud procul Memphi erat; in urbis praesidio Mazaces, praetor Darei, relictus, aurum omne Alexandro omnemque regiam supellectilem tradidit.
A Memphi Nilo flumine vectus, Alexander ad ultimas terras Aegypti penetrat et adire Iovis Hammonis oraculum statuit. Iter vix tolerabile erat:terra coeloque aquarum penuria est; steriles arenae iacent, quas ubi vapor solis accendit, fervido solo exurente vestigia, intolerabilis aestus existit; luctandum est non solum cum ardore et siccitate regionis sed etiam cum tenacissimo sabulo quod praealtum est et vestigio cedit. Sed ingens cupido animum regis stimulabat adeundi Iovem, quem generis sui auctorem aut credebat esse aut credi volebat.

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Alessandro. dopo che aveva mosso le sue milizie giunse nella regione dell'Egitto che ora chiamano "campo di Alessandro"poi con uno scelto manipolo di armati alla leggera navigò sul fiume Nilo. I persiani non sostennero l'arrivo di Alessandro atteriti anche dalle defezione. (Alessandro) era ormai non lontano da menfi nella città (era) a presidio Mazace, pretore di Dario rimasto, consegnò ad Alessandro tutto l'oro e tutto l'arredamento regio. Dopo aver navigato (participio perf.pass.) da Menfi sul fiume Nilo, Alessandro penetra nelle ultime terre dell'Egitto e ordinò di visitare l'oracolo di Ammone. Il viaggio da affrontare era a malapena tollerabile:in terra e in cielo vi era penuria di acqua,la sabbia si stendeva arida,e quando il calore del sole la arroventava,bruciando col suolo bollente le piante dei piedi,si spargeva un insopportabile calura;e bisogna lottare non solo con l'arsura e la siccità della regione,ma anche con l'implacabile e tenace sabbia,che è molto alta e cedevole al passo.Ma stimolava l'animo un fervente desiderio di recarsi da quel Giove,che egli,credeva che fosse o desiderava che si credesse fondatore della propria stirpe

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