credo che manchi un pezzetto finale
Pecuniam petis, Fanni, a Roscio. Quam? dic audacter et aperte. Vtrum <quae> tibi ex societate debeatur, an quae ex liberalitate huius promissa sit et ostentata? Quorum alterum est gravius et odiosius, alterum levius et facilius. Quae ex societate debeatur? Quid ais? Hoc iam neque leviter ferendum est neque neglegenter defendendum. Si qua enim sunt privata iudicia summae existimationis et paene dicam capitis, tria haec sunt, fiduciae, tutelae, societatis. Aeque enim perfidiosum et nefarium est fidem frangere quae continet vitam, et pupillum fraudare qui in tutelam pervenit, et socium fallere qui se in negotio coniunxit.
Traduzione
Tu, Fannio, chiedi a Roscio dei soldi. Ma che genere di soldi? Rispondi pure con la massima sincerità. È denaro che ti si deve secondo un accordo ben preciso o ti è stato promesso e poi offerto quale gesto di grande generosità? Perché di queste due situazioni una è alquanto grave e anche un po' antipatica, l'altra già più sopportabile e semplice da risolversi. Ti spettano, dunque, dei soldi per via della vostra società? Che dici? Sai, in un caso del genere non c'è mica tanto da scherzare né si può argomentare la difesa con due parolette raffazzonate. Se è vero che esistono cause private estremamente delicate, dove in gioco c'è non solo la faccia, ma direi quasi la vita, è bene ricordare che tali cause sono tre: di fiducia, di tutela, di società. Infatti, viene considerato ugualmente sleale, addirittura empio, tradire la fiducia, che è poi ciò che dà senso alla vita, o frodare il pupillo sotto nostra tutela, o truffare il socio che si è unito a noi in affari.