da Rietta » 27 apr 2011, 16:26
Curione, disapprovando l'uno e l'altro parere, diceva che l'uno mancava di coraggio tanto quanto l'altro ne aveva in eccesso; quelli proponevano la fuga più vergognosa, questi un combattimento su un terfreno sfavorevole. "Quale speranza - disse - possiamo avere di espugnare un accampamento così saldamente protetto dalle opere di fortificazione e dalla conformazione naturale del luogo? E inoltra, quale vantaggio ricaviamo se, dopo aver subito gravi perdite, abbandoniamo l'assedio del campo?E cambiare campo che altro significato può avere se non quello di una fuga verbgognosa, della fine di ogni speranza e dell'avversione dell'esercito? Infatti sarebbe oopportuno che i soldati più ravveduti non sospettino di una mancanza di fiducia nei loro confronti e che i più furbi non capiscano di essere temuti, perchè il nostro timore accrescerebbe l'insolenza di quest'ultimi e il sospetto farebbe scemare la buona volontà dei primi. Ma anche se fossimo ormai sicuri - continua - di quanto si dice a proposito dell'avversione che l'esercito nutre nei nostri confronti, una voce che io mi auguro del tutto infondata o sicuramente meno grave di quanto non si creda, non sarebbe meglio dissimularlo o masconderlo, piuttosto che darne conferma noi stessi?"