VERSIONE alessandro si pente di aver ucciso l'amico clito

Messaggioda Dante94 » 3 mag 2011, 14:05

Per favore chi riuscirebbe a trovarmi qst versione??? Inizia con "Alexander solemni die amicos in convivium convocat." e finisce "..suorum mercedem illi reddiderat." Grazieee

Dante94

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Messaggioda giada » 3 mag 2011, 15:26

Alexander sollemni die amicos in convivium convocat. Ubi orta inter ebrios rerum a Philippo gestarum mentione, ipse se patri praeferre coepit, assentante maiore convivarum parte. Itaque cum unus e senibus, Clitus, fiducia amicitiae regis, memoriam Philippi tueretur, laudaretque eius res gestas, Alexander adeo ira exarsit, ut telo a satellite rapto Clitum in convivio trucidaret. Sed postquam satiatus caede animus conquievit et in irae locum successit aestimatio, pigere eum facti coepit. Eodem igitur furore in paenitentiam, quo pridem in iram, versus, mori voluit. Primum in fletus progressus, amplecti coepit mortuum, vulnera tractare et confiteri dementiam; denique arreptum telum in se vertit, peregissetque facinus, nisi amici intervenissent. Mansit haec voluntas moriendi etiam sequentibus diebus. Paenitentiae enim accesserat nutricis suae, sororis Cliti, recordatio, cuius eum maxime pudebat, quod tam foedam illi alimentorum suorum mercedem reddiderat.

Alessandro in un giorno solenne invita gli amici ad un banchetto. Non appena fu sorta tra gli ubriachi la menzione delle gesta di Filippo, egli stesso cominciò a ritenersi superiore al padre, mentre la maggior parte degli invitati lo assecondava. Pertanto poichè(OPPURE PUOI METTERE QUANDO) uno fra i vecchi, Clito, per la fedeltà nell'amicizia del re, difendeva/difese la memoria di Filippo e lodava/lodò le sue gesta, Alessandro arse d'ira a tal punto che, sottratto un pugnale ad una guardia, trucidò Clito durante il banchetto. Ma dopo che l'animo , appagato per l'uccisione, si acquietò e la riflessione prese il posto dell'ira, cominciò a pentirsi di quanto aveva fatto. Pertanto, volto al pentimento con il medesimo furore con il quale poco prima (era stato volto) all'ira, volle morire. Dapprima, scoppiato in lacrime, cominciò ad abbracciare il morto, a toccare le ferite e ad ammettere la [propria] stoltezza; in seguito afferrò e volse verso di sè il pugnale e avrebbe compiuto una scelleratezza se non fossero intervenuti gli amici. Conservò questa volontà di morire anche nei giorni seguenti. Si era aggiunto infatti al pentimento il ricordo della sua nutrice, la sorella di Clito, di cui lui si vergognava moltissimo, poichè le aveva reso un compenso così deplorevole del suo nutrimento.

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