Versione Seneca

Messaggioda *Leandra* » 14 mag 2011, 14:28

Ciao a tutti avrei bisogno di questa versione latina di Seneca: ] Ita fac, mi Lucili: vindica te tibi, et tempus quod adhuc aut auferebatur aut subripiebatur aut excidebat collige et serva. Persuade tibi hoc sic esse ut scribo: quaedam tempora eripiuntur nobis, quaedam subducuntur, quaedam effluunt. Turpissima tamen est iactura quae per neglegentiam fit. Et si volueris attendere, magna pars vitae elabitur male agentibus, maxima nihil agentibus, tota vita aliud agentibus. [2] Quem mihi dabis qui aliquod pretium tempori ponat, qui diem aestimet, qui intellegat se cotidie mori? In hoc enim fallimur, quod mortem prospicimus: magna pars eius iam praeterit; quidquid aetatis retro est mors tenet. Fac ergo, mi Lucili, quod facere te scribis, omnes horas complectere; sic fiet ut minus ex crastino pendeas, si hodierno manum inieceris. [3] Dum differtur vita transcurrit. Omnia, Lucili, aliena sunt, tempus tantum nostrum est; in huius rei unius fugacis ac lubricae possessionem natura nos misit, ex qua expellit quicumque vult. Et tanta stultitia mortalium est ut quae minima et vilissima sunt, certe reparabilia, imputari sibi cum impetravere patiantur, nemo se iudicet quicquam debere qui tempus accepit, cum interim hoc unum est quod ne gratus quidem potest reddere.

[4] Interrogabis fortasse quid ego faciam qui tibi ista praecipio. Fatebor ingenue: quod apud luxuriosum sed diligentem evenit, ratio mihi constat impensae. Non possum dicere nihil perdere, sed quid perdam et quare et quemadmodum dicam; causas paupertatis meae reddam. Sed evenit mihi quod plerisque non suo vitio ad inopiam redactis: omnes ignoscunt, nemo succurrit. [5] Quid ergo est? non puto pauperem cui quantulumcumque superest sat est; tu tamen malo serves tua, et bono tempore incipies. Nam ut visum est maioribus nostris, 'sera parsimonia in fundo est'; non enim tantum minimum in imo sed pessimum remanet. Vale.

E' urgente... Grazie mille!

*Leandra*

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Risposte:

Messaggioda stuurm » 14 mag 2011, 19:40

Mi è costata tanto questa traduzione: spero sia giusta.
Agisci così, Lucillo mio: rivendica a te il possesso di te stesso, ed il tempo che o ti era tolto o sottratto di nascosto o ti sfuggiva di mano, raccogli e conserva. Convinciti che ciò è cosi come ti scrivo: certi momenti ci sono sottratti altri portati via, altri scorrono. Tuttavia la più vergognosa è la perdita (di tempo) che avviene per negligenza. E se guarderai bene, gran parte della vita sfugge nell’agir male, molta nel non far nulla, tutta la vita nel far altro. Mi indicherai qualcuno che sappia valutare il prezzo del tempo, chi apprezza la giornata, chi comprende che muore ogni giorno? In questo infatti ci inganniamo, perché guardiamo lontano la morte: gran parte di esso trascorre già; la morte possiede tutto il tempo che sta dietro. Fa dunque, o mio Lucillo ciò che ti scrivo di fare, tieni strette tutte le ore; così avverrà che meno dipenderai dal domani, se porrai le mani sull’oggi. Mentre si differisce, la vita passa. Tutte le cose sono estranee soltanto il tempo è nostro; la natura ci ha messo in possesso di questa sola cosa fugace ed instabile, da cui chiunque vuole (ci) caccia via. E tanta è la stoltezza dei mortali che consentono che quelle cose che sono assai piccole e di pochissimo valore, comunque recuperabili, vengono loro messe in conto, se le hanno ottenute, nessuno si giudica di dovere qualcosa chi ha ricevuto il tempo, quand’ecco ciò è l’unica cosa che neppure chi grato può restituire. Ti chiederai forse cosa faccia io che ti consiglio codeste cose. Lo confesserò schiettamente: ciò che accade ad un dissoluto ma diligente, mi rendo conto della spesa. Non posso dire che non perdo niente, ma cosa perdo e dirò perché e come; esporrò i motivi della mia povertà. Ma a me accade ciò che ai più non per colpa loro sono ridotti in miseria: tutti scusano, nessuno aiuta. Che è dunque? Non reputo povero a chi basta quel poco che resta; preferisco tuttavia che tu conservi i tuoi beni, e comincerai a tempo utile. Infatti come sembrò opportuno ai nostri antenati, “l’economia è tardiva quando si è già arrivati al fondo”; infatti al fondo non resta solo il meno ma il peggio. Ti saluto.

stuurm

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Messaggioda giada » 14 mag 2011, 19:42

mettiamo anche la nostra così l'utente può scegliere bye

Ita fac, mi Lucili: vindica te tibi, et tempus quod adhuc aut auferebatur aut subripiebatur aut excidebat collige et serva. Persuade tibi hoc sic esse ut scribo: quaedam tempora eripiuntur nobis, quaedam subducuntur, quaedam effluunt. Turpissima tamen est iactura quae per neglegentiam fit. Et si volueris attendere, magna pars vitae elabitur male agentibus, maxima nihil agentibus, tota vita aliud agentibus. Quem mihi dabis qui aliquod pretium tempori ponat, qui diem aestimet, qui intellegat se cotidie mori? In hoc enim fallimur, quod mortem prospicimus: magna pars eius iam praeterît; quidquid aetatis retro est mors tenet. Fac ergo, mi Lucili, quod facere te scribis, omnes horas complectere; sic fiet ut minus ex crastino pendeas, si hodierno manum inieceris. Dum differtur vita transcurrit. Omnia, Lucili, aliena sunt, tempus tantum nostrum est; in huius rei unius fugacis ac lubricae possessionem natura nos misit, ex qua expellit quicumque vult. Et tanta stultitia mortalium est ut quae minima et vilissima sunt, certe reparabilia, imputari sibi cum impetravere patiantur, nemo se iudicet quicquam debere qui tempus accepit, cum interim hoc unum est quod ne gratus quidem potest reddere

Interrogabis fortasse quid ego faciam qui tibi ista praecipio. Fatebor ingenue: quod apud luxuriosum sed diligentem evenit, ratio mihi constat impensae. Non possum dicere nihil perdere, sed quid perdam et quare et quemadmodum dicam; causas paupertatis meae reddam. Sed evenit mihi quod plerisque non suo vitio ad inopiam redactis: omnes ignoscunt, nemo succurrit. [5] Quid ergo est? non puto pauperem cui quantulumcumque superest sat est; tu tamen malo serves tua, et bono tempore incipies. Nam ut visum est maioribus nostris, 'sera parsimonia in fundo est'; non enim tantum minimum in imo sed pessimum remanet. Vale.

Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell'agire diversamente dal dovuto. Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l'altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l'unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire

Ti chiederai forse come mi comporti io che ti do questi consigli. Te lo dirò francamente: tengo il conto delle mie spese da persona prodiga, ma attenta. Non posso dire che non perdo niente, ma posso dire che cosa perdo e perché e come. Sono in grado di riferirti le ragioni della mia povertà. Purtroppo mi accade come alla maggior parte di quegli uomini caduti in miseria non per colpa loro: tutti sono pronti a scusarli, nessuno a dar loro una mano. E allora? Una persona alla quale basta quel poco che le rimane, non la stimo povera; ma è meglio che tu conservi tutti i tuoi averi e comincerai a tempo utile. Perché, come dice un vecchio adagio: "È troppo tardi essere sobri quando ormai si è al fondo." Al fondo non resta solo il meno, ma il peggio. Stammi bene

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Messaggioda *Leandra* » 15 mag 2011, 8:43

Grazie mille!

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