L'opposizone di Augusto Seneca - Apocolocyntos 10

Messaggioda JuLiSs16 » 17 mag 2011, 14:30

tunc divus Augustus surrexit sententiae suae loco dicendae, et summa facundia disseruit: "Ego" inquit "p.c. vos testes habeo, ex quo deus factus sum, nullum me verbum fecisse: semper meum negotium ago. Sed non possum amplius dissimulare, et dolorem, quem graviorem pudor facit, continere. In Tunc hoc terra marique pacem peperi? Ideo civilia bella compescui? Ideo legibus urbem fundavi, operibus ornavi, ut—quid dicam p. c. non invenio: omnia infra indignationem verba sunt. Confugiendum est itaque ad Messalae Corvini, disertissimi viri, illam sententiam 'pudet imperii.' Hic, p.c., qui vobis non posse videtur muscam excitare, tam facile homines occidebat, quam canis excidit. Sed quid ego de tot ac talibus viris dicam? Non vacat deflere publicas clades intuenti domestica mala. Itaque illa omittam, haec referam; nam etiam si soror mea Graece nescit, ego scio: engion gonu knêmês. Iste quem videtis, per tot annos sub meo nomine latens, hanc mihi gratiam rettulit, ut duas Iulias proneptes meas occideret, alteram ferro, alteram fame; unum abnepotem L. Silanum, videris, Iuppiter, an in causa mala, certe in tua, si aequus futurus es. Dic mihi, dive Claudi, quare quemquam ex his, quos quasque occidisti, antequam de causa cognosceres, antequam audires, damnasti? Hoc ubi fieri solet? In caelo non fit.


salve mi servirebbe questa versione avviso
inizio: Tunc divus augustus surrexit sententiae suae loco.........
fine:..In ciaelo non fit.
grazieate

JuLiSs16

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Messaggioda *Yole* » 17 mag 2011, 14:32

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Messaggioda stuurm » 17 mag 2011, 17:12

Allora, al momento di dire il suo parere, s'alzò il divo Augusto e dissertò con somma eloquenza: "Io" disse "o senatori, vi tengo per testimoni che, da quando son diventato dio, non ho mai fatto parola: mi faccio sempre gli affari miei. Ma non posso dissimulare oltre e contenere il dolore, che la vergogna rende più grave. Per questo ho generato pace per terra e per mare? Per questo ho represso le guerre civili? Per questo basai Roma sulle leggi, l'ornai d'opere, affinché... Non trovo cosa dire, senatori, tutte le parole sono inferiori al mio sdegno! Perciò bisogna ricorrere a quelle di Messala Corvino, uomo assai facondo, il famoso detto : mi vergogno del potere! Costui, senatori, che vi sembra non possa cacciare una mosca, uccideva gli uomini con tanta facilità di quella con cui al gioco vien giù il cane! Ma perché dovrei dire di tanti e tali personaggi? Non c'è tempo per piangere le sventure pubbliche a chi osserva i mali di casa. Perciò, ometterà quelle e riferirà questi; infatti, anche se mia sorella non sa in lingua greca, lo so io: è più vicino il ginocchio del polpaccio. Costui che vedete, che si nasconde per tanti anni sotto il mio nome, mi ha ricambiato questo favore, che ha ucciso le due Giulie mie pronipoti, una col ferro, l'altra per fame, il solo figlio di una mia pronipote, Lucio Silano: vedrai tu, Giove, se in una causa ingiusta; certo nella tua, se sarai equo... Dimmi, divo Claudio, perché ognuno tra costoro, questi e quelle che hai ucciso, l'hai condannato prima d'istruire il processo, prima di sentirli? Dove suole accadere questo? In cielo non accade!

stuurm

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