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M. Pontius violenta morte testatus quantum maritalis flammae illo pectore clausum habuisset.Eiusdem ut nominis, ita amoris quoque M. Plautius: nam cum imperio senatus classem sociorum sexaginta navium in Asiam reduceret Tarentumque appulisset, atque ibi uxor eius Orestilla, quae illuc eum prosecuta fuerat, morbo oppressa decessisset, funerata ea et in rogum inposita inter officium unguendi et osculandi stricto ferro incubuit. quem amici, sicut erat, togatum et calceatum corpori coniugis iunxerunt ac deinde subiectis facibus utrumque una cremaverunt. quorum ibi factum sepulcrum est, ++ Tarenti etiam nunc conspicitur ++ quod vocatur τῶν δύο φιλουντων. nec dubito quin, si quis modo extinctis sensus inest, Plautius et Orestilla fati consortione gestientes vultus tenebris intulerint. saneque, ubi idem et maximus et honestissimus amor est, aliquanto praestat morte iungi quam distrahi vita.
Marco Ponzio fu sconvolto dalla violenta morte (della moglie) quanto caldo amore serbasse nel petto per la sua sposa.Lo stesso sentimento mostrò anche il suo omonimo Marco Plauzio riconducendo egli in Asia per ordine del senato una flotta di 60 navi alleate e approdato a Taranto, sua moglie Orestilla, che lo aveva accompagnato fino a la ammalatasi morì. Celebratone i funerali e adagiatola sul rogo nell'atto di ungerne il corpo e di baciarla impugnò un'arma e si uccise sul suo cadavere. Gli amici lo adagiarono vestito e calzato come era accanto alla sua sposa e dato fuoco al rogo li cremarono ambedue. Poi fu loro innalzato un sepolcro - lo si può vedere ancor oggi in Taranto detto alla greca "dei due innamorati". E non dubito che se mai vi è sensibilità negli estinti. Plauto e Orestilla siano entrati nel regno delle tenebre felici di essere uniti anche nella morte. Certo quando l'amore è un tempo grandissimo e santo è molto meglio essere uniti dalla morte che divisi nella vita.