scusate ,,,,,,,,,,,,,,,,,,, è urgente

Messaggioda cola » 24 mag 2011, 14:16

Etsi contentus eram, mi Dolabella, tua gloria satisque ex ea magnam laetitiam voluptatemque capiebam, tamen non possum non confiteri cumulari me maximo gaudio quod vulgo hominum opinio socium me ascribat tuis laudibus. Neminem conveni quin omnes; cum te summis laudibus ad caelum extulerunt, mihi continuo maximas gratias agant. Negant enim se dubitare quin tu meis praeceptis et consiliis obtemperans praestantissimum te civem et singularem consulem praebeas. Quibus ego quamquam verissime possum respondere te, quae facias, tuo iudicio et tua sponte facere nec cuiusquam egere consilio, tamen neque plane adsentior, ne imminuam tuam laudem si omnis a meis consiliis profecta videatur, neque valde nego. Sum enim avidior etiam quam satis est gloriae. Et tamen non alienum est dignitate tua, quod ipsi Agamemnoni regum regi fuit honestum, habere aliquem in consiliis capiendis Nestorem, mihi vero gloriosum te iuvenem consulem florere laudibus quasi alumnum disciplinae meae.

mi potete tradurre questa versione , grazie ..................è tratta dall'opera ad familiares di cicerone

cola

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Messaggioda jessy.7 » 24 mag 2011, 14:18

Etsi contentus eram, mi Dolabella, tua gloria satisque ex ea magnam laetitiam voluptatemque capiebam, tamen non possum non confiteri cumulari me maximo gaudio quod vulgo hominum opinio socium me ascribat tuis laudibus. Neminem conveni quin omnes; cum te summis laudibus ad caelum extulerunt, mihi continuo maximas gratias agant. Negant enim se dubitare quin tu meis praeceptis et consiliis obtemperans praestantissimum te civem et singularem consulem praebeas. Quibus ego quamquam verissime possum respondere te, quae facias, tuo iudicio et tua sponte facere nec cuiusquam egere consilio, tamen neque plane adsentior, ne imminuam tuam laudem si omnis a meis consiliis profecta videatur, neque valde nego. Sum enim avidior etiam quam satis est gloriae. Et tamen non alienum est dignitate tua, quod ipsi Agamemnoni regum regi fuit honestum, habere aliquem in consiliis capiendis Nestorem, mihi vero gloriosum te iuvenem consulem florere laudibus quasi alumnum disciplinae meae.


Ero ben contento mio Dolabella, della tua gloria ; e n' aveva quindi assai dell' allegrezza e del piacere che io ne prendeva: e nondimeno non posso fare eh' io non confessi, me riboccare di esuberante letizia, del sentire che gli uomini generalmente credano di accomunarmi a'tuoi onori.
non mi sono affrontato con nessuno (a) ( che

dopo aver messo le in ciclo, di Iralto a me non facciano grandissimi ringraziamenti : conciossiachè affermano sé non aver dubbio, esser frutto de'miei precetti e consigli il portarti che fai da preclarissimo cittadino e da console singolare (3). Io veramente potrei con tutla verità loro rispondere che tu ogni cosa che fai, la fai di tuo giudizio e volontà, non bisognando del consiglio di chicchessia: e nondimeno né rispondo, per non iscemare della tua gloria, ricisameute del sì ; né fo troppo forza sul no; come quegli che della gloria sono più ghiotto die non bisogna. E tuttavia egli è cosa alla tua dignità non isconvenevole, che fu bello eziandio ad esso Agamennone, re de' re (4), 1" avere un qualche Nestore, dal quale pigliar consiglio : a me poi di gloria l'aver te giovane console, come colai quasi allievo della mia scuola. Certamente L. Cesare, essendo io venuto a Napoli a lui malato (5), comeché fosse tormentato di dolori per tutto il corpo, non m' ebbe anche ben salutato, che dissenni : u O mio Cicerone, beato te ! che tanto se'creduto da Dolabella, quanto se fossi io dal mio nipote da lato di sorella (6), noi potremmo essere in porto. Col tuo Dolabella poi e mi congratulo e lo ringrazio ; che è il solo che, dopo di te, noi possiamo con verità console nominare. » Indi aggiunse più cose del fatto e dell1 opera tua ; e nulla essersi fallo mai di più splendido né preclaro, niente di più salutevole per la repubblica. Or questo è il dire di tatti a una bocca. Ti prego adunque che tu mi lasci appropriarmi questa falsa eredità di gloria non mia, e che sii conlento che io entri sozio in qualche parie delle lue lodi. Quantunque, il mio Dolabella ( da che io ho fin qui parlato da betfa ), io amerei meglio travasare in te tulle ( se già alcune ne ho ) le mie laudi, anzi che alcun gocciolo spillar delle tue : conciossiachè io I1 ho sempre amalo, quanto lu dei aver potuto conoscere ; ed in oltre per questi tuoi falli tanlo ardore d'alleilo mi sono sentito, che nessun altro fu mai più affocalo : non essendo, credimi, al mondo più bella cosa, più orrevole ed amabile della virtù. Io amai sempre M. Bruto, come tu sai, per lo sommo suo ingegno, maniere dolcissime, singolar probità e costanza: tuttavia le Idi di Marzo (7) Unito rinfocarono più 1' amore, che io mi maravigliai che pur rimanesse ila aggiugnere ad una cosa la quale a me gran tempo prima parea giunla al suo colmo. Ed or chi avrebbe dello, ali1 amore che io ti porlava, nulla poter essere aggiunto? ma i:' ne fu tanlo, che se prima mi parea di volerti bene (8), ora mi par di te essere innamorato. Per le quali cose, che ho io ad esortarti che In debba servire alla tua dignità ed alla gloria? I'1 ho io a metter sugli occhi delle chiare persone, secondo che i confortatori sogliono fare ? Io non veggo piùchia



11 fo ogni dì con moltissimi ; essendo ben molti gli ottimi personaggi, che per cagion di calate si raccolgono in questi luoghi ; ed oltre a ciò, da'municipii ci vengono a molli i mie! amici), che lutti, dubitare


jessy.7

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