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/versione-livio/un-astuto-sacerdote-vuole-assicurare-a-roma-legemonia-nel-lazio.htmlBos in Sabinis nata cuidam patri familiae dicitur miranda magnitudine ac specie; fixa per multas aetates cornua in uestibulo templi Dianae monumentum ei fuere miraculo. Habita, ut erat, res prodigii loco est, et cecinere uates cuius civitatis eam civis Dianae immolasset, ibi fore imperium; idque carmen pervenerat ad antistitem fani Dianae Sabinusque ut prima apta dies sacrificio visa est, bovem Romam actam deducit ad fanum Dianae et ante aram statuit. Ibi antistes Romanus, cum eum magnitudo victimae celebrata fama movisset, memor responsi Sabinum ita adloquitur: "Quidnam tu, hospes, paras?" inquit, "inceste sacrificium Dianae facere? Quin tu ante uiuo perfunderis flumine? infima valle praefluit Tiberis." Religione tactus hospes, qui omnia, ut prodigio responderet euentus, cuperet rite facta, extemplo descendit ad Tiberim; interea Romanus immolat Dianae bovem. Id mire gratum regi atque civitati fuit.
Pare che in una fattoria in terra sabina fosse nata una giovenca di bellezza e dimensioni assolutamente fuori del comune. Un tale spettacolo della natura che le corna furono appese nell'atrio del tempio di Diana dove sono rimaste per intere generazioni a testimonianza dell'evento. Si gridò al miracolo. Gli indovini vaticinarono che chi l'avesse immolata a Diana avrebbe automaticamente garantito la supremazia alla sua città di appartenenza e la profezia arrivò alle orecchie del sacerdote preposto al tempio di Diana. Il primo giorno che parve propizio per il sacrificio, il sabino portò a Roma l'animale e lo piazzò davanti all'altare. Lì, il sacerdote romano, colpito dalle dimensioni di quella vittima che tanto aveva fatto parlare, ricordandosi della profezia, disse al sabino: «Straniero, cosa credi di fare? Vorrai mica tu, impuro come sei, fare un sacrificio a Diana? Perché non cominci con un bagno di purificazione nell'acqua corrente? Qui in fondo alla valle scorre il Tevere.» Lo straniero, preso dallo scrupolo e volendo seguire il rituale canonico per mandare a effetto il prodigio, scese di corsa al Tevere. Nel frattempo il romano immola a Diana la giovenca, conquistandosi la gratitudine del re e del popolo tutto