da Edoardo95 » 2 giu 2011, 15:15
Salve,
oggi ho tradotto una versione di latino ed ho notato che voi non l' avete sul sito, perciò ho pensato di scriverla e mandarvela. è qui che posso mandarvela? Se qui non va bene, ditemi pure dove posso metterla per darvela. E poi volevo anche chiedervi se il credito mi verrà inserito direttamente nel conta-crediti o no. Grazie ed arrivederci, Edoardo.
La versione è presa dal libro: "corso di lingua latina per il biennio; dalla grammatica alla traduzione; unità, 14-25"
Alessandro scampa a una ferita profonda; Curzio Rufo
Alexandro in tabernaculum relato, medici lignum sagittae corpori infixum abscidunt. Corpore deinde nudato, animadvertunt hamos inesse telo, nec aliter id sine pernicie corporis extrahi posse quam secando vulnus. Ceterum verebantur ne, secantes, profluvium senguinis ederetur: quippe telum penetravisse in viscera videbatur. Critobulus, inter medicos artis eximiae, sed in tanto periculo territus, metuebat ne in ipsius caput parum prosperae curationis recideret eventus. Lacrimantem eum ac metuentem rex conspexerat: “Quid”, inquit, “expectas? Quid non quam primum hoc dolore me moriturum saltem liberas? An times ne reus sis, cum insanabile vulnus acceperim?”. Critobulus tandem, vel finito vel dissimulato metu, latius vulnus patefecit et spiculum evellit; ingens vis sanguinis manare coepit linquique animo rex et velut moribundus extendi. Clamor simul atque ploratus amicorum oritur regem expiravisse credentium. Tandem constitit sanguis, paulatimque rex animum recepit et circumstantes coepit agnoscere.
Portato Alessandro in una tenda, I medici tagliarono il legno della freccia conficcata nel corpo. Poi, spogliato il corpo, si accorsero che le punte erano penetrate con la freccia, e che in nessun modo quelle poteva essere estratta senza danno dal corpo se non tagliando la ferita. Tuttavia temevano che, tagliando, si sarebbe prodotta un’ emorragia: infatti sembrava che la freccia fosse penetrata nelle interiora. Critobulo, tra i medici di eccellente abilità, ma spaventato in un pericolo tanto grande, temeva che ricadesse sulla [sua] stessa testa l’ esito di una cura poco felice. Il re guardò lui che piangeva e aveva paura, [e] disse: “Cosa aspetti? Perché almeno non [mi] liberi quanto prima che io muoia a causa di questo dolore? Oppure temi di essere accusato, poiché ho ricevuto una ferita incurabile?” Infine Critobulo, o terminato o nascosto il timore, aprì la ferita più profondamente ed estrasse la punta; la grande forza del sangue cominciò a sgorgare e il re svenne e si stese come morente. Si alzarono nello stesso momento un grido e un lamento degli amici che credevano che il re fosse morto. Alla fine il sangue si fermò, e a poco a poco il re rinvenne e cominciò a riconoscere le persone circostanti.