Scipione promette in sposa la figlia. LIV

Messaggioda stuurm » 5 giu 2011, 15:52

Scipione promette in sposa la figlia. LIV

Huic Graccho minorem ex duabus filiis -- nam maior P. Cornelio Nasicae haud dubie a patre collocata erat -- nuptam fuisse convenit. Illud parum constat, utrum post mortem patris et desponsa sit et nupserit, an verae illae opiniones sint, Gracchum, cum L. Scipio in vincula duceretur, nec quisquam collegarum auxilio esset, iurasse sibi inimicitias cum Scipionibus, quae fuissent, manere, nec se gratiae quaerendae causa quicquam facere, sed, in quem carcerem reges et imperatores hostium ducentem vidisset P. Africanum, in eum se fratrem eius duci non passurum. Senatum eo die forte in Capitolio cenantem consurrexisse et petisse, ut inter epulas Graccho filiam Africanus desponderet. Quibus ita inter publicum sollemne sponsalibus rite factis cum se domum recepisset, Scipionem Aemiliae uxori dixisse filiam se minorem despondisse. Cum illa, muliebriter indignabunda nihil de communi filia secum consultatum, adiecisset non, si Ti. Graccho daret, expertem consilii debuisse matrem esse, laetum Scipionem tam concordi iudicio ei ipsi desponsam respondisse. Haec de tanto viro quam et opinionibus et monumentis litterarum variarent, proponenda erant.

A questo Gracco si sostiene generalmente che la minore delle due figlie (giacché la maggiore era stata senza dubbio concessa dal padre a Publio Cornelio Nasica) fosse stata sposata. Questo non si sa bene, se sia stata sposata e maritata dopo la morte del padre, o se quelle opinioni siano vere, che Gracco, mentre veniva condotto in prigione Lucio Scipione e nessuno dei colleghi lo aiutava, giurasse che si mantenessero le inimicizie con gli Scipioni quelle che fossero state e che egli non faceva alcuna cosa per acquistarsi la benevolenza, ma che non avrebbe sopportato che in quella prigione P. Africano aveva visto che conduceva i re ed i comandanti dei nemici , in quella veniva condotto suo fratello. Che il senato, cenando per caso in quel giorno sul Campidoglio, s'era alzato in piedi ed aveva chiesto che l'Africano durante il banchetto promettesse in matrimonio la figlia a Gracco; che concluso cosi secondo il rito quel fidanzamento durante la pubblica solennità, Scipione, essendo tornato a casa, aveva detto alla moglie Emilia che egli aveva promesso in matrimonio la figlia minore. Poiché quella, piena di sdegno femminile per non essersi consultato sulla comune figlia con lei, aveva aggiunto che la madre non doveva essere non esente del consenso, anche se la desse a Tito Gracco, che lieto Scipione di un così conforme giudizio, abbia risposto che l'aveva sposata a Gracco stesso. Non erano da omettersi queste cose di un personaggio così grande, benché variassero per le opinioni e le testimonianze degli scritti.

Ciao Giada, poi metti anche questa in archivio.

stuurm

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