Versione latino: Paupertas decet sapientem - Discipulus III

Messaggioda Giovyviv94 » 24 lug 2011, 16:30

Se qualcuno dubita sulla felicità di Diogene, si può lo stesso dubitare sulla condizione degli dei immortali. Forse trascorrono una vita poco felice perché non hanno né proprietà, né giardini, né preziose campagne, né un grande interesse? Osserva, orbene, il mondo: vedrai gli dei semplici (spogli), porgenti tutte le cose, non possedendo nulla. Consideri tu come povero o simile agli dei colui che ha rifiutato ogni ricchezza? Giudichi come il più fortunato per ogni cosa colui che non si vergogna di essere più ricco di Creso? La povertà si addice al sapiente. O beato Diogene! Il suo unico servo, Mane, fuggì, né Diogene si curò di riportarlo indietro. "Sarebbe vergognoso -disse- che Mane possa vivere senza Diogene, e Diogene senza Mane non possa". Mi sembra piuttosto che abbia detto: "Occupati delle tue faccende, Fortuna, ormai da Diogene non c'è nulla di tuo (non sei nulla presso Diogene): mi è fuggito uno schiavo, ma non me ne preoccupo; anzi, di conseguenza sono libero".

Giovyviv94

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Messaggioda giada » 25 lug 2011, 10:44

ok inviato 1 credito bye

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