da ari_merqu » 15 ago 2011, 10:00
Titolo: Aristide viene mandato in esilio
Libro: Primus Liber C, pag 153 es. 25
Inizio: Aristides aequalis fere fuit Themistocli atque cum eo de principatu contendit ....
Fine: .... Nam postquam Xersis in Graeciam descendit, stexto fere anno quam erat expulsus, populi scito in patriam restututus est.
Aristide fu quasi coetaneo di Temistocle e con lui contese per la supremazia; infatti si contrastarono. Si è venuto a sapere d'atraparte quanto in questi prevalesse l'eloquenza sull'onestà. Infatti sebbene Aristide si segnalasse soprattutto per la (sua) integrità, così che lui solo a memoria d'uomo fu chiamato con il soprannome di Giusto, tuttavia fu condannato scosso nella reputazione da Temistocle all'esilio per dieci anni a causa del famoso ostracismo (testula illa). E questo appunto, capendo che la folla in tumulto non poteva essere domata e avendo visto allontanandosi qualcuno che scriveva (il suo nome) che (= affinché, relativa con valore finale) fosse cacciato dalla città, si dice che gli avesse domandato perché facesse ciò o che cosa avesse commesso Aristide, perché lo credesse degno di così grande pena. A questo quello rispose che non sapeva (chi fosse) Aristide, ma non gli piaceva il ftto che si fosse dato da fare tanto avidamente per essere chiamato il Giusto più di ogni altro. Questo non portò a termine la leggittima oena di dieci anni (d'esilio). Infatti dopo che Serse scese in Grecia, quasi al sesto anno da quando era stato espulso (esiliato), fu richiamato in patria per volere del popolo