Titolo: Giugurta è convocato a Roma
Autore: da Sallustio
Libro: Nuovo versione latina nel biennio, es 347 pag 314
Inizio: Igitur Iugurtha contra decus regium cultu quam maxime miseriabili cum Cassio Romam venit.
Fine: ... Su verum aperiat, in fide et clemetia populi Romani magnam spem illi stiam, sin reticeat, non sociis saluti fore, sed se suasque spes corrupturum.
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Pertanto Giugurta, contro il decoro regio, viene a Roma con Cassio vestito il più possibile dimesso. E sebbene in lui stesso ci fosse grande forza d'animo, incoraggiato da tutti, a causa della potenza e la scelleratezza dei quali aveva fatto quelle cose, che sopra abbiamo detto, a grande prezzo compra il tribuno della pleba Caio Bebio, per essere protetto grazie all'impudenza del quale contro la legge e ogni violenza. Ma Caio Memmio, convolcata l'assemblea, sebbene la plebe fosse ostile al re, parte (voleva) ordinava che fosse messo nelle carceri, parte, se non avesse rivelato i complici del suo delitto, (ordinava che gli) fosse attribuita la tortura come ad un nemico secondo il costume degli antenati, pensando più alla dignità che all'ira, sedava i tumulti, placava i loro animi infine confermava che l'impunità sarebbe stata inviolata grazie a lui stesso (sedare, mollire, confermare = infiniti storici ). Poi, non appena ci fu il silenzio, presentato Giugurta, prende la parola (e) ricorda i suoi misfatti a Roma e in Numidia, mostra i suoi delitti contro il padre e i fratelli. Sebbene il popolo romano capisca aiutato da chi e con quali complici abbia compiuto tali cose, tuttavia vuole che tali fatti siano chiari maggiormente gazie al suo intervento. Se rivela la verità, nella lealtà e nella clemenza del popolo romano riporrà una grande speranza, ma qualora taccia per i complici non ci sarà motivo di salvezza ma comprometterà se stesso e le sue speranze.