da Lord93 » 17 ago 2011, 14:23
Titolo: Abitare a Roma? Quanto tempo perso!
Auture: Gaio Cecilio Plinio Secondo (PLINIO IL GIOVANE)
Testo di origine: Clari Fontes (Hoepli editore)
C. PLINIUS MINICIO FUNDANO SUO S.
Mirum est quam singulis diebus in urbe ratio aut constet aut constare videatur, pluribus iunctisque non constet. Nam si quem interroges 'Hodie quid egisti?', respondeat: 'Officio togae virilis interfui, sponsalia aut nuptias frequentavi, ille me ad signandum testamentum, ille in advocationem, ille in consilium rogavit. aec quo die feceris, necessaria, eadem, si cotidie fecisse te reputes, inania videntur, multo magis cum secesseris. Tunc enim subit recordatio: 'Quot dies quam frigidis rebus absumpsi!' Quod evenit mihi, postquam in Laurentino meo aut lego aliquid aut scribo aut etiam corpori vaco, cuius fulturis animus sustinetur. Nihil audio quod audisse, nihil dico quod dixisse paeniteat; nemo apud me quemquam sinistris sermonibus carpit, neminem ipse reprehendo, nisi tamen me cum parum commode scribo; nulla spe nullo timore sollicitor, nullis rumoribus inquietor: mecum tantum et cum libellis loquor. O rectam sinceramque vitam! O dulce otium honestumque ac paene omni negotio pulchrius! O mare, o litus, verum secretumque 'mûseion', quam multa invenitis, quam multa dictatis! Proinde tu quoque strepitum istum inanemque discursum et multum ineptos labores, ut primum fuerit occasio, relinque teque studiis vel otio trade. Satius est enim, ut Atilius noster eruditissime simul et facetissime dixit, otiosum esse quam nihil agere. Vale.
Caro Minicio Fundano,
è incredibile come [mirum est quam, idiomatico] il conto [ratio] torni [constat, idiomatico], o sembri tornare, per ogni singolo giorno (trascorso) in città, (mentre), a considerarli tutt'insieme [pluribus iunctis, a rigore: più (giorni) uniti] (il conto) non torna (più). Infatti, se (tu) chiedessi [periodo ipotetico II tipo, possibilità; cong. pres. (possibilità nel presente) sia nell'apodosi che nella protasi] a qualcuno: "Che hai fatto oggi?", (quello ti) risponderebbe: "Ho preso parte ad una investitura di toga virile [quella che i giovani indossavano a 17 anni]; ho assistito a dei fidanzamenti o a delle nozze; quello [nel senso di "un tizio"] mi ha pregato di firmare un testamento, quell'(altro) di assisterlo in tribunale, quell'(altro ancora) di presiedere a un consiglio". Queste cose (appaiono) necessarie il giorno in cui le hai fatte; ma le stesse, se pensi che le hai (ri)fatte ogni giorno, appaiono inutili, e in maggior modo una volta che ti sei ritirato a vita appartata [secesseris]. Infatti, è in simili circostanze [tunc, allora; ovvero, quando appunto ti sei ritirato] che s'insinua [subit] un'(amara) constatazione [recordatio; a rigore: ricordo]: "Quanti giorni ho perduto, e in quali inutili attività!".
La qual cosa mi accade da quando, nella mia villa di Laurento, leggo o scrivo qualcosa o anche rivolgo le mie cure al corpo [vacare corpori, idiomatico], dalle cui forze è sostenuto l'animo. Non odo nulla che mi penta di aver udito, nulla dico che mi penta [impersonale] di aver detto; nessuno, in mia presenza [apud me; ma anche: in casa mia], critica qualcun (altro) con perfidi [sinistis] discorsi, e io stesso non critico alcuno, se non me stesso, quando scrivo in modo un po' sciatto [parum comode]; non sono solleticato da alcuna speranza, (o tormentato) da alcun timore, non son disturbato da alcuno fastidio; discuto soltanto con me stesso e con i (miei amati) libri. O vita sana e genuina, o dolce ozio [nel senso profondo che gli attribuivano i latini], onesto e quasi più bello di qualsiasi (altra) occupazione! O mare, o lido, vero e recondito "asilo delle Muse": molte cose rivelate e ispirate!
Suvvia, lascia stare anche tu [Minucio Fundano], appena si sia presentata occasione, tutto codesto [vicino a chi ascolta] strepito, (codesto) insensato affaccendarsi [discursum], (codeste) occupazioni decisamente [multum] inutili, e dedicati agli studi o all'ozio. Difatti, come ha sentenziato il nostro Attilio - (uomo) pieno di dottrina, e paritempo molto arguto - : è preferibile darsi all'ozio che non far nulla. Vale