da giada » 22 ago 2011, 8:00
Annibale si allontanò dal territorio di Nola e discese al mare vicino a Napoli, desideroso di conquistare la città, per rendere sicura la navigazione delle navi provenienti dall' Africa; del resto, dopo aver saputo che Napoli era presidiata dal prefetto romano - era M. Giunio Silano, chiamato dagli stessi Napoletani - persa Napoli proprio come Nola, raggiunse Nocera. Dopo averla assediata per qualche tempo, spesso con la forza, spesso incalzando ora il popolo e ora i maggiorenti della città, infine accettò la resa per fame, col patto che le persone inermi si allontanassero dalla città ciascuno con un solo vestito. Quindi volendo sin dal principio sembrare mite verso tutti gli Italici, fuorché ai Romani, promise premi ed onori a coloro che restavano e che avessero voluto prestare servizio nel suo esercito. Nemmeno con questa speranza trattenne qualcuno; mentre tutti si disperdevano in ogni direzione o dove l'impulso casuale dell'animo li portò, attraverso le città della Campania, soprattutto a Napoli e a Nola. Quando circa trecento senatori, e per caso ciascuno di loro tra i più ragguardevoli, andarono a Capua, esclusi da lì per aver chiuso le porte ad Annibale, si recarono a Cuma. Il bottino di Nocera fu diviso tra i soldati, la città venne distrutta e incendiata. Marcello occupava Nola non tanto per la fiducia verso la sua guarnigione quanto per la buona volontà dei maggiorenti della città; si temeva la plebe e prima di tutti L. Banzio, che la coscienza della tentata ribellione e il timore (da parte) del pretore Romano, stimolavano ora, a tradire la patria e, ora, se la sorte in questo non gli fosse stata propizia, a disertare al nemico. Era un giovane risoluto e, di tutti gli alleati a quel tempo, pressoché il cavaliere più in vista. Trovato mezzo morto a Canne in una montagna di cadaveri e curato amorevolmente, Annibale l'aveva rimandato a casa anche con dei regali. Per gratitudine del suo beneficio aveva voluto consegnare Nola in balia e in potere del Cartaginese; e il pretore lo vedeva inquieto e sollecito a tentare nuove soluzioni.