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aiunt democritum , cum nullo modo posset consolari dareum, cui paulo ante uxor pulcherrima e vita excesserat, se illi mortuam in vitamrevocaturum dixisse, si vellet res ad hoc necessaria suppeditare. cumque rex eum iuberet quidquidopus esset petere, nulla ratione sumptus habita, eum paulisper cunctatum esse ferunt; deinde dixisse se cetera abunde habere, unum deesse, quod facile dareus, cum rex totius asiae esset, fortasse inventurus esse. hic cum rogaret dareus quid tamen magnum esse , quod solus persarum rex habere posset, democritum ferunt respondisse, si tumolo uxoris inscriberet nomina trium hominum doloris expertium, illam ab inferis redituram esse. tum, perturbato dareo neque quemquamreperiente, cui non triste aliquid accidisset,feruntdemocritum ridentem ita fatum esse: "et tu, omnium ineptissime, non vereris effuse lugere, quasi unus doloris particeps sis?"
Si dice che Democrito di Abdera, mentre Dario era disperato per la morte della sua bella moglie, poichè le proprie parole non bastavano a consolarlo gli promise di far ritornare in vita la defunta, se il re avesse voluto mettergli a disposizione tutto quanto fosse stato necessario allo scopo. Il re ordinò che tutto fosse predisposto perchè egli potesse mantenere fede alla promessa; ciò fatto, Democrito disse che, sebbene avesse avuto tutto quanto occorreva, mancava ancora una cosa, che egli non aveva modo di trovare, mentre non sarebbe stato difficile farlo per lui, Dario, che regnava su tutta l'Asia. "Ma cos'è dunque questa cosa, gli chiese Dario, che solo un re può procurarti? "Democrito gli rispose che si trattava di scrivere sul sepolcro della moglie i nomi di tre persone che non avessero mai sofferto per qualche lutto, dopodich? la donna sarebbe subito resuscitata, indignata per la stranezza di una simile cerimonia. Questa richiesta mise Dario nel pi? grande imbarazzo: non era in grado di trovare alcun uomo a cui il lutto non avesse fatto versare lacrime. Allora Democrito, ridendo come era solito, gli disse: "Perchè tu, il più folle tra i mortali, perchà ti abbandoni al lutto come se fossi l'unico a provare un simile dolore, se sei nell'impossibilità di trovare anche un solo essere vivente che non abbia avuto le proprie pene per la perdita di qualche congiunto?"