da Achi11 » 23 ago 2011, 15:08
Versione da Esperienze di Traduzione
Litteris C. Caesaris consulibus redditis aegre ab his impetratum est summa tribunorum plebis contentione, ut in senatu recitarentur; ut vero ex litteris ad senatum referretur, impetrari non potuit. Referunt consules de re publica [in civitate]. [Incitat] L. Lentulus consul senatu rei publicae se non defuturum pollicetur, si audacter ac fortiter sententias dicere velint; sin Caesarem respiciant atque eius gratiam sequantur, ut superioribus fecerint temporibus, se sibi consilium capturum neque senatus auctoritati obtemperaturum: habere se quoque ad Caesaris gratiam atque amicitiam receptum. In eandem sententiam loquitur Scipio: Pompeio esse in animo rei publicae non deesse, si senatus sequatur; si cunctetur atque agat lenius, nequiquam eius auxilium, si postea velit, senatum imploraturum.
Dopo che la lettera di Cesare fu consegnata ai consoli, si ottenne con difficoltà, nonostante la forte insistenza dei tribuni della plebe, che fosse letta in senato; non si potè invece ottenere che se ne discutesse ufficialmente.
I consoli presentano una relazione sulla situazione dello stato. Il console Lucio Lentulo aizza il senato; promette di non far mancare il suo sostegno allo stato, se i senatori vorranno esprimere il loro parere con forza e coraggio, ma essi hanno riguardo per Cesare e ricercano il suo favore, come hanno fatto in passato, prenderà posizione nel proprio interesse senza sottostare all'autorità del senato; del resto anche egli ha modo di trovare rifugio nell'amicizia e nel favore di Cesare. Con lo stesso tono parla Scipione:Pompeo è intenzionato a difendere lo stato, se il senato lo appoggia, ma se il senato esita o agisce con troppa morbidezza,invano chiederà il suo aiuto, se lo vorrà in seguito