da giada » 31 ago 2011, 11:05
Che cos'altro ho saputo? Che cosa? In effetti c'è ancora carta sufficiente e il giorno festivo consente di raccontare di più. Larcio Macedone, ex pretore, padrone, peraltro, spietato e crudele, che poco, anzi troppo, ricordava che suo padre era stato schiavo, ha subito dai suoi schiavi un attentato orribile e che meriterebbe non soltanto una lettera. Si lavava nella (sua) villa di Formia. All'improvviso gli schiavi lo circondano. Uno lo afferra alla gola, un altro lo colpisce in viso, un altro lo percuote al petto e al ventre; e poiché lo ritenevano morto, lo gettano sul pavimento caldo per scoprire se fosse vivo. Egli, o perché non era in sé oppure perché fingeva di non esserlo, immobile e disteso com'era, rafforzò la convinzione della morte avvenuta. Solo allora, viene portato fuori pressoché ucciso dal calore; lo prendono gli schiavi più fedeli e con urla e grida accorrono le concubine. Così, sia svegliato dalle voci che ristorato dalla freschezza del luogo, aperti gli occhi e con i movimenti del corpo, rivela di essere vivo. Gli schiavi fuggono qua e là, la maggior parte di questi viene catturata, i rimanenti vengono ricercati. Egli stesso, a stento tenuto in vita per pochi giorni, è morto non senza la consolazione della vendetta, così vendicato da vivo, come (invece) sono soliti (essere vendicati) i morti.