Strigliata ad un giovane sciocco e presuntuoso

Messaggioda igorsol » 6 set 2011, 8:26

Mi servirebbe la traduzione della versione latina "Strigliata ad un giovane sciocco e presuntuoso" di Aulo Gellio
dal libro La versione latina nel biennio di Marco Moscio e Marco Sampietro.
Inizio: Herodes Atticus,vir eximia facundia praeditus
Fine sed ab Herode in eum ipsum dicta essent.
Grazie in anticipo.

igorsol

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Messaggioda giada » 6 set 2011, 14:17



Herodes Atticus, vir eximia facundia praeditus, accersebat saepe in villas Athenis ...... non ab Epictetus in quosdam alios sed ab Herode in eum ipsum dicta essent.

Uomo dotato di notevole eloquenza, Erode attico chiamava spesso nelle sue ville vicine ad Atene (ablativo locativo) sia me che molti altri concittadini, che erano partiti da Roma verso la Grecia per coltivare la loro cultura. E una volta, mentre eravamo con lui in una villa che si chiama Cefisia, si trovava con noi in quel luogo un giovane seguace della filosofia stoica, ma assai chiacchierone e presuntuoso. Costui, durante le conversazioni che generalmente è abituale tenere dopo cena tra i convitati, dissertava in modo prolisso e smodato su argomentazioni filosofiche a sproposito ed incautamente ed asseriva che a paragone di lui solo, i restanti principi dell'oratoria greca e tutti i Romani erano ignoranti e rozzi. Allora Erode, parlando in greco disse: "Oh grandissimo tra i filosofi, poiché noi, che tu definisci profani, non siamo in grado di replicare al tuo discorso, consentimi di leggere da un libro di Epitteto, il più grande degli Stoici, cosa costui pensava e diceva a proposito di questo tuo genere di magniloquenza", e ordinò che gli fosse portato quel libro. Vennero quindi lette le parole con le quali Epitteto severamente e al contempo in modo ironico ha distinto dall'autentico e genuino Stoico quell'altra gentaglia di buoni a nulla, che si definiscono Stoici, e gettando negli occhi degli ascoltatori la nera fuliggine delle loro chiacchiere ed arguzie, denigrano il nome della santissima disciplina. Ascoltate questo parole, l'arrogantissimo giovane restò in silenzio, come se tutti quei concetti non fossero stati pronunciati da Epitteto contro qualcun'altro, ma da Erode proprio contro di lui.

giada

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