da Bolletta » 6 set 2011, 10:12
Solemus dicere summum bonum esse secundum naturam vivere......cupiditatem faceret etiam
ceterorum.
Siamo soliti affermare che il sommo bene consiste nel vivere secondo natura: la natura ci ha
generato per entrambi (questi) fini, la contemplazione della realtà e l’azione. Vediamo ora di
dimostrare la nostra prima asserzione1. Che altro aggiungere? Non risulterà, questa asserzione,
(già) dimostrata, se (solo) ciascun uomo si chiederà quanto grande sia il suo desiderio di
conoscere l’ignoto, quanto acuto il suo interesse per ogni racconto? Alcuni vanno per mare e
sopportano le fatiche di un lunghissimo viaggio mossi dal solo guadagno di conoscere
qualcosa di recondito e lontano. Questo desiderio induce la gente ad affollare gli spettacoli, la
spinge a spiare ciò che è precluso (alla vista), a indagare ciò che è avvolto dal mistero, a
rivangare gli antichi avvenimenti, ad ascoltare (i racconti su)i costumi dei popoli barbari. La
natura ci ha dato un’indole assetata di conoscenza e, consapevole della sua maestria e della
sua bellezza, ci ha generato per farci spettatori dei suoi spettacoli maestosi, poiché verrebbe a
perdere il frutto del suo operato, se esibisse opere così grandiose, così splendide, così
finemente eseguite, così smaglianti e belle di una bellezza multiforme a una platea vuota.
Perché tu comprenda che la natura ha voluto essere contemplata, non solo essere
(distrattamente) guardata, considera quale posto ci ha assegnato. Ci ha collocati (proprio) al
centro di sé e ci ha donato la possibilità di rimirare tutto quanto ci circonda; e non si è limitata
a dotare l’uomo di una postura eretta, ma, per renderlo atto a contemplare (la realtà), affinché
egli potesse seguire (con gli occhi) il trascorrere degli astri dal loro sorgere fino al tramonto e
volgere intorno il suo sguardo insieme con l’universo, gli ha anche posto la testa in cima al
corpo e l’ha collocata su un collo flessibile; quindi, muovendo attraverso (il cielo) sei
costellazioni durante il giorno, sei durante la notte2, non vi è alcuna parte di sé che non abbia
dispiegato, al fine di stimolare (in lui), grazie a quanto aveva offerto ai suoi [ossia, dell’uomo]
occhi, il desiderio (di conoscere) anche tutto il resto.
1 Ossia, che la natura ci ha creato per la contemplazione della realtà.
2 Si tratta dei dodici segni dello zodiaco.