da giada » 8 set 2011, 9:30
perspiciat magoster quonam modo tractandus sit discentis animus. sunt quidam, nisi institeris, remissi, quidam imperia indignantur, quosdam continet metus, quosdam debilitat, alios continuatio extundit, in aliis plus impetus facit. Mihi ille detur puer quem laus excitet, quem gloria iuvet, qui victus fleat. VII. Hic erit alendus ambitu, hunc mordebit obiurgatio, hunc honor excitabit, in hoc desidiam numquam verebor. Danda est tamen omnibus aliqua remissio, non solum quia nulla res est quae perferre possit continuum laborem, atque ea quoque quae sensu et anima carent ut servare vim suam possint velut quiete alterna retenduntur, sed quod studium discendi voluntate, quae cogi non potest, constat. IX. Itaque et virium plus adferunt ad discendum renovati ac recentes et acriorem animum, qui fere necessitatibus repugnat. X. Nec me offenderit lusus in pueris (est et hoc signum alacritatis), neque illum tristem semperque demissum sperare possim erectae circa studia mentis fore, cum in hoc quoque maxime naturali aetatibus illis impetu iaceat. XI. Modus tamen sit remissionibus, ne aut odium studiorum faciant negatae aut otii consuetudinem nimiae. sunt etiam nonnulli acuendis puerorum ingeniis non inutiles lusus, cum positis invicem cuiusque generis quaestiunculis aemulantur
Il maestro perspicace, una volta compreso ciò, consideri quindi come si debba trattare l’animo dell’alunno. Alcuni, se non stai loro addosso, sono indolenti, alcuni disdegnano gli ordini, alcuni per il timore si danno un freno, altri si infiacchiscono, alcuni si formano con un impegno continuato, mentre su altri è più efficace lo slancio del momento. Mi sia affidato il fanciullo che trovi stimolo nella lode, a cui piaccia la gloria e che pianga per le sconfitte.
Bisognerà formarlo con l’ambizione; il rimproverò avrà su di lui l’effetto di un morso, e la lode sarà di stimolo; non avrò mai paura che un alunno di questo tipo possa farsi prendere dalla pigrizia.Bisogna concedere a tutti qualche pausa, non solo perché non c'è nessun essere che possa sopportare una fatica continua - e anche quelle cose che sono prive di sensibilità e di anima, per poter conservare la loro efficienza, si distendono per così dire con intervalli di riposo , ma perché il desiderio di imparare si basa sulla volontà, che non può subire costrizioni. E così, rinvigoriti e messi a nuovo, (gli studenti) mettono nell'imparare più forze e una attenzione più viva, che generalmente si ribella alle imposizioni. Né mi dispiacerebbe il gioco nei fanciulli - anche questo è segno di vivacità -, e non potrei sperare che quel (ragazzo) triste e sempre a testa bassa sarà di intelligenza sveglia negli studi, dal momento che dorme anche in questo slancio perfettamente naturale per quelle età. Le pause tuttavia abbiano un limite , perché non generino o odio verso gli studi, (se) negate, o abitudine all'ozio, (se) eccessive. Vi sono anche alcuni giochi non inutili ad affinare le menti dei fanciulli, quando, postesi vicendevolmente delle piccole domande di ogni genere, fanno a gara (per dare la risposta).