il ratto delle sabine DIVERSA da MUNERA livio

Messaggioda rattapignara » 9 set 2011, 9:07

mi servirebbe la versione il ratto delle sabine di tito livio
libro:mounera
inizio:tum, ex consilio patrum, romulus legatos circa vicinas gentes misit
fine: ex plebe homines, quibus datum negotium erat, domos deferebant.

quella che ho trovato qui sul sito è diversa dalla mia.
grazie in anticipo :razz:

rattapignara

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Risposte:

Messaggioda iltoni » 9 set 2011, 13:40

Tum ex consilio patrum Romulus legatos circa vicinas gentes misit qui societatem conubiumque novo populo peterent: urbes quoque, ut cetera, ex infimo nasci; dein, quas sua virtus ac di iuvent, magnas opes sibi magnumque nomen facere; satis scire, origini Romanae et deos adfuisse et non defuturam virtutem; proinde ne gravarentur homines cum hominibus sanguinem ac genus miscere. Nusquam benigne legatio audita est: adeo simul spernebant, simul tantam in medio crescentem molem sibi ac posteris suis metuebant. Ac plerisque rogitantibus dimissi ecquod feminis quoque asylum aperuissent; id enim demum compar conubium fore. Aegre id Romana pubes passa et haud dubie ad vim spectare res coepit. Cui tempus locumque aptum ut daret Romulus aegritudinem animi dissimulans ludos ex industria parat Neptuno equestri sollemnes; Consualia vocat. Indici deinde finitimis spectaculum iubet; quantoque apparatu tum sciebant aut poterant, concelebrant ut rem claram exspectatamque facerent. Multi mortales conuenere, studio etiam videndae novae urbis, maxime proximi quique, Caeninenses, Crustumini, Antemnates; iam Sabinorum omnis multitudo cum liberis ac coniugibus venit. Inuitati hospitaliter per domos cum situm moeniaque et frequentem tectis urbem vidissent, mirantur tam breui rem Romanam crevisse. Vbi spectaculi tempus venit deditaeque eo mentes cum oculis erant, tum ex composito orta vis signoque dato iuventus Romana ad rapiendas virgines discurrit. Magna pars forte in quem quaeque inciderat raptae: quasdam forma excellentes, primoribus patrum destinatas, ex plebe homines quibus datum negotium erat domos deferebant.


Allora su consiglio dei senatori Romolo mandò ambasciatori ai popoli vicini che chiedessero alleanza e matrimoni per il nuovo popolo: anche le città come le altre non nascono dal piccolo; e poi quelle che sono aiutate dal proprio valore e dagli dei si conquistarono una grande potenza ed una grande forza. Era ben noto che al sorgere di Roma avevano assistito gli dei e che a Roma non sarebbe venuto meno il valore: quindi non rifiutassero di mescolare uomini con uomini, il sangue e la stirpe. In nessun luogo l’ambasciata fu ascoltata con favore; a tal punto disprezzavano e nello stesso tempo temevano una così grande potenza che cresceva per sé e per i posteri. Gli ambasciatori furono congedati mentre i più domandavano se avessero aperto un asilo anche per le donne; quello veramente sarebbe stato un matrimonio ben combinato. I giovani romani non sopportavano questo e la situazione cominciò a volgere decisamente verso una soluzione violenta. Per offrire ad essa tempo e luogo adatto, Romolo, dissimulando il suo risentimento, prepara a bella posta dei giorni solenni, in onore di nettuno equestre e li chiama “consuali”. Ordina poi che lo spettacolo sia annunciato ai popoli confinanti e lo celebrano con tutta la celebrità di cui erano capaci a quei tempi per rendere l’avvenimento splendido ed attraente. Convennero molti uomini anche per curiosità di vedere la nuova città e specialmente tutti i più vicini, gli abitanti. E poi tutta la folla sei Sabini venne con figli e le mogli. Invitati ospitalmente casa per casa avendo visto il luogo e le mura e la città ricca di cose, si stupiscono che in così breve tempo la potenza romana fosse tanto cresciuta. Quando venne il momento dello spettacolo e volte là gli occhi erano concentratissimi sui giochi, allora secondo quanto stabilito scoppiò un parapiglio e al segnale convenuto la gioventù romana si slancia da una parte per rapire le vergini. Gran parte fu rapita per caso, a seconda di colui in cui ciascuna si imbatteva; ma alcune, le più belle destinate ai senatori, più in vista, le trasportavano a casa uomini della plebe, ai quali era stato dato quell’incarico.

iltoni

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Messaggioda rattapignara » 9 set 2011, 17:27

grazie milleeeeee:)

rattapignara

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