da giada » 21 set 2011, 19:13
Augustus, cum in villa esset atque iniqua febricula laboraret, noctes inquietas plerumque agebat. Etenim non amplius horas quinque quiescere poterat nec eas continuas, cum somnum rumperet creber tristisque noctuae cantus, unde ter quaterve e somno repente excitabantur. Qua molestia cum liberari non posset, lectorem arcessivit, ut voce submissa legendo somnum sibi concilaret. Olim, cum audivisse senatrem quendam(=un certo,acc. sing.), quamvis aere alieno oppressum, graviter dormire posse, misit confestim in urbem servum, qui vel magno pretio illius calcitam emeret. Cum amici obstupuissent et illius insolitae rei causam quaererent, Augustus dixit:"Ad bene dormiendum mihi necesse est habere illam culcitam, in qua homo aere alieno tam oppressus semper dormire potuit".
Augusto, essendo in campagna nella sua villa e soffrendo per una eccessiva febbricola, trascorreva moltissime notti inquiete. Inoltre non poteva (non riusciva a ) dormire per non più di cinque ore, poichè un continuo e triste canto della civetta turbava il suo sonno; in seguito a ciò succedeva che molto spesso fosse svegliato all’improvviso (fosse scosso via dal sonno). Allora l’imperatore chiamò un lettore affinché quello gli conciliasse il sonno leggendo a voce bassa. Una volta Augusto, avendo sentito che un senatore, benché oppresso dai debiti, fosse solito dormire profondamente, subito mandò un servo in città affinché comprasse a caro prezzo il materasso del senatore. Agli amici che chiesero perché desiderasse a tal punto quel materasso, Augusto disse: “Il materasso in cui un uomo oppresso dai debiti poté sempre tranquillamente dormire, certamente concilierà il sonno anche a me”.