da pingupallina » 4 ott 2011, 14:04
Versione di latino tratta dal libro ET.
Questa fierezza non mancò a Catone neppure nella giovinezza: infatti quando veniva educato a casa di suo zio Druso e i latini si recavano insieme al tribuno della plebe per ottenere la cittadinanza, pregato da Q. Poppedio, comandante del Lazio, ma ospite di Druso, affinché aiutasse gli alleati presso lo zio, ma egli con ferma espressione rispose che non aveva intenzione di farlo. Allora interpellato di nuovo più di una volta continuò ad essere fermo in proposito.
Poppedio dunque, salito sulla parte più alta della casa minacciò di buttarsi da quel luogo se non avesse obbedito alle loro suppliche: non poté essere smosso da questo proposito neanche con ciò.
Perciò fu detta quella frase dall'uomo: "Congratuliamoci con noi, latini e amici, che costui sia tanto piccolo, perché non sarebbe stato permesso a noi con lui senatore di sperare nella cittadinanza."
Perciò Catone con il suo animo giovane sentì tutta la pressione della curia intera e con la sua perseveranza respinse i latini che desideravano apprendere le leggi della nostra città.