Lucrezio: Invocazione a Venere

Messaggioda gianni896 » 8 ott 2011, 11:57

Aeneadum genetrix hominum divumque voluptas, alma Venus, caeli subter labentia signa quae mare navigerum, quae terras frugiferentis concelebras, per te quoniam genus omne animantum concipitur visitque exortum lumina solis: te, dea, te fugiunt venti, te nubila caeli adventumque tuum, tibi suavis daedala tellus :summittit flores, tibi rident aequora ponti placatumque nitet diffuso lumine caelum. Nam simul ac species patefactas verna diei et reserata viget genetabilis aura favonis, aeriae primum volucres te, diva, tuumque significant initum perculsae corda tua vi. Inde ferae pecudes persultant pabula laeta et rapidos tranant amnis; ita capta lepore te sequitur cupide quo quamque inducere pergis. Denique per maria ac montis fluviosque rapacis frondiferasque domos avium camposque virentis, omnibus incutiens blandum per pectora amorem, efficis ut cupide generatim saecla propagent. Quae quoniam rerum naturam sola gubernas, nec sine te quicquam dias in luminis oras exoritur neque fit laetum neque amabile quicquam, te sociam studeo scribendis versibus esse, quos ego de rerum natura pangere conor Memmiadae nostro, quem tu, dea, tempore in omni omnibus ornatum voluisti excellere rebus. Quo magis aeternum da dictis, diva leporem, effice ut interea fera moenere militiai per maria ac terras omnis sopita quiescant; nam tu sola potes tranquilla pace iuvare mortalis, quoniam belli fera moenera Mavors armipotens regit, in graemium qui saepe tuum se reicit aeterno devictus vulnere amoris, atque ita suspiciens tereti cervice reposta pascit amore avidos inhians in te,dea visus, eque tuo pendet resupini spiritus ore. Hunc tu, diva, tuo recubantem corpore sancto circumfusa super, suavis ex ore loquellas funde petens placidam Romanis, incluta, pacem; nam neque nos agere hoc patriai tempore iniquo possumus aequo animo, nec Memmi clara propago talibus in rebus communi desse saluti.


Madre degli Eneadi, volutta' degli uomini e degli dei, alma Venere, che sotto gli astri vaganti del cielo, affolli il mare di navi e le terre di frutti, poiche' per te ogni specie di esseri animati viene concepito e nato vede lo splendore del sole: te, o dea, fuggono i venti e le nuvole del cielo al tuo apparire, a te la fertile terra dona i soavi fiori, a te sorridono le acque del mare. Infatti non appena si apre l'aspetto primaverile del giorno, e si rinvigorisce lo zefiro primaverile, dapprima gli uccelli dell'aria danno segno del tuo arrivo, o dea, col cuore percosso dalla tua forza vitale. Quindi le fiere e gli armenti corrono per i rigogliosi prati e attraversano a guado i rapidi fiumi: cosi preso dal tuo incanto ciascuno ti segue dove vuoi. Infine per i mari, i monti e i fiumi vorticosi e le frondose dimore degli uccelli, infondendo in petto la dolcezza dell'amore, fai in modo che, nel desiderio propaghino nei secoli le loro generazioni. Poiche' tu sola governi la natura delle cose, e senza di te nessuna cosa nelle zone della luce, ne' alcunche' diviene lieto e amabile, ti prego di assistemi nello scrivere i miei versi, che io tento di comporre intorno alla natura delle cose. per la stirpe di Memmio che tu, o dea. hai sempre voluto che eccelga in ogni attivita'. Fa' in modo che le feroci imprese belliche giacciano sopite per mare e per terra. Infatti tu sola puoi aiutare i mortali con la tranquillita' della pace, poiche' Marte, potente nelle armi, governa le crudeli imprese belliche, che spesso si e' rifugiato nel tuo grembo, vinto dall'eterna ferita d'amore. guardandoti reclinata la testa, avido d'amore, sazia i suoi occhi, e il respiro di lui supino resta sospeso alla tua bocca. Tu, o divina, riversa sul tuo corpo santo, effondi soavi parole dalla tua bocca chiedendo una placida pace per i Romani. Io, percio', con animo sereno non posso portare a termine la mia opera in un'epoca avversa alla patria, ne' l'illustre stirpe di Memmio puo' venir meno alla salvezza comune, in queste circostanze.

gianni896

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Messaggioda *Yole* » 9 ott 2011, 13:34

grazieate ti ho messo il credito

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