da cristinaminasola » 13 ott 2011, 14:01
Versione latino p. 100 n°27 "Lode,gloria e fortuna a Cesare!" DA "Nuovo dalla sintassi al testo"
Questa gloria, o Cesare, che ti sei conquistato da poco, non dividerla con nessun alleato; tutto questo, per quanto grande sia,poichè certamente è enorme, è tutto, ti dico (lo ripeto), tuo. Nessuna centuria, nessun prefetto, nessun tribuno, nessuna curia richiede per se queste lodi che anzi anche la stessa nostra signora delle vicende umane, la Fortuna, si inchina a te e riconosce che sia totalmente e propriamente tua. Domasti un'enormità di popoli barbarici, innumerevoli nella (loro) moltitudine, infiniti luoghi, ben forniti di ogni genere di risorse; ma comunque l'hai vinta, poichè avevano sia la natura che la condizione per essere vinte.
Non esiste tanta forza che la crudeltà e gli attacchi non possano indebolire e spezzare. Vincere l'animo, trattenere la collera, perdonare al vinto, non soltanto lodare l'avversario per nobiltà, ingegno e virtù quando è per terra, ma anche risollevare la dignità di quello di un tempo: per colui che fa questo, io non lo paragono ai più grandi uomini, ma lo giudico simile a un dio. Pertanto, o Cesare, le tue note doti militari saranno celebrate certamente, non solo dai nostri ma in quasi tutte le lingue e letterature del mondo, e non ci sarà generazione che tacerà le tue lodi. In verità, te che qui davanti ammiriamo, di cui distinguiamo la mente, i sensi e il viso, con quali lodi ti innalziamo, con quale impegno ti ricompensiamo, con quanta benevolenza abbracceremo?