versione il saggio contro la mutevolezza della sorte

Messaggioda VinDiesel » 26 ott 2011, 21:15

Salve ragazzi\e mi servirebbe la versione di latino di seneca come da titolo "il saggio contro la mutevolezza della sorte"

inizio: numquam ego fortuna credidi
finisce: vulgi minabatur

a pag. 511

grazie mille

VinDiesel

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Messaggioda giada » 27 ott 2011, 8:06

Numquam ego fortunae credidi, etiam cum videretur pacem agere; omnia illa quae in me indulgentissime conferebat, pecuniam honores gratiam, eo loco posui unde posset sine motu meo repetere. Interuallum inter illa et me magnum habui; itaque abstulit illa, non auulsit. Neminem aduersa fortuna comminuit nisi quem secunda decepit. Illi qui munera eius uelut sua et perpetua amauerunt, qui se suspici propter illa uoluerunt, iacent et maerent cum uanos et pueriles animos, omnis solidae uoluptatis ignaros, falsa et mobilia oblectamenta destituunt: at ille qui se laetis rebus non inflauit nec mutatis contrahit. Aduersus utrumque statum inuictum animum tenet exploratae iam firmitatis; nam in ipsa felicitate quid contra infelicitatem ualeret expertus est. 6. Itaque ego in illis quae omnes optant existimaui semper nihil ueri boni inesse, tum inania et specioso ac deceptorio fuco circumlita inueni, intra nihil habentia fronti suae simile: nunc in his quae mala uocantur nihil tam terribile ac durum inuenio quam opinio uulgi minabatur.

Io non mi sono mai fidato della fortuna anche quando sembrava promettere pace. Tutti quei beni che generosamente mi concedeva: ricchezze, onori, favori, io li ho tenuti in tale considerazione che essa avrebbe potuto riprenderseli senza che io me ne scomponessi. Ho sempre mantenuto una grande distanza fra loro e me; così essa se li è ripresi, non è che me li ha strappati. La cattiva sorte spezza soltanto colui che si lascia ingannare da quella buona. Quelli che hanno amato i doni della fortuna come beni personali ed eterni, quelli che per quei doni vogliono farsi ammirare, si abbattono e si disperano quando il loro animo vuoto e puerile, ignaro di ogni gioia duratura, si sente privato di quei falsi ed effimeri diletti. Invece chi non insuperbisce nelle liete circostanze, non si deprime nelle avverse. Mantiene l'animo saldo nell'uno e nell'altro caso con la sua già provata fermezza, in quanto nella sua stessa felicità ha già sperimentato ciò che occorre per opporsi alla cattiva sorte. Perciò io ho sempre ritenuto che non vi fosse nulla di buono in quelle cose che tutti desiderano e che io ho sempre trovato vuote e rivestite di colori appariscenti e ingannevoli senza nulla al di dentro che corrispondesse all'apparenza; ora in quelle cose che sono chiamate mali, non trovo nulla di così terribile e insopportabile come fa temere la credenza popolare.

giada

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Messaggioda VinDiesel » 27 ott 2011, 8:12

Grazie milleeee :*

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