da sofyclarinet » 27 ott 2011, 13:25
Olim, dum quaestor Syracusis sum, Archimedem, insignem illius urbis civem, a pulvere excitavi. Nam sepulcrum eius, ignoratum a Syracusanis, saeptum undique et vestitum vepribus ac dumetis, indagavi. Syracusani omnino negabant id esse (= che esso esistesse), sed ego tenebam senariolos, inscriptos in eius monumento ex quibus (= secondo i quali) in summo Archimedis sepulcro sphaera cum cylindro posita erat. Ego autem omnia oculis collustravi (est enim apud portam sacram urbis magna frequentia sepulcrorum), et paululum postea columellam non multum e dumis eminentem animadverti. In ea erat sphaerae figura et cylindri. Atque ego statim Syracusanis (erant autem mecum principes civitatis) dixit: "Ecce illud quod (= che, accus.) quaerebam!". Immissi cum falcibus multi purgaverunt et aperuerunt locum; deinde ad sepulcrum accessimus. Apparebat in illo epigramma fere dimidiatum: erat illud Archimedis sepulcrum. Ita nobilis Siciliae civitas ab homine Arpinati locum monumenti unius insignis civis sui didicit
Un tempo, mentre ero questore a Siracusa, feci uscire dalla polvere Archimede, insigne cittadino di quella città. Infatti cercai il suo sepolcro, ignorato dai siracusani, circondato da ogni parte e ricoperto di rovi e sterpaglia. I siracusani negavano assolutamente che esso esistesse, ma io possedevo i versi senari, scritti sul suo sepolcro, secondo i quali in cima al sepolcro di Archimede era stata posta una sfera con un cilindro. Ma io esaminavo ogni cosa con gli occhi (infatti presso la porta sacra della città vi era una grande moltitudine di sepolcri) e poco dopo notai una collonetta che emergeva non molto dai cespugli. Su essa vi era la figura di una sfera e di un cilindro. E io dissi subito ai siracusani (d'altra parte i capi della cittadinanza erano con me):" Ecco quello che cercavo!". Molti, che erano stati mandati dentro con le falci, ripulirono e aprirono il luogo; in seguito accedemmo al sepolcro. In quello compariva un' iscrizione quasi a metà: quello era il sepolcro di Archimede. Così la cittadinanza della famosa Sicilia conobbe dall'uomo di Arpino il luogo del sepolcro di un suo insigne cittadino.
(da Cicerone)
da Laboratorio eserciziario n.1